La replica dell’assessore ai lavori pubblici nonché vice-sindaco del Comune di Putignano Alessandro D’Aprile: "In realtà il nuovo impianto ha funzionato!"

Assessore Sandro DAprile flipPutignano Ba - Con un post sui social, l'assessore ai lavori pubblici Sandro D'Aprile ha inteso replicare agli articoli apparsi sulla stampa e alle polemiche che vi hanno fatto seguito, in merito all'allagamento del viale della Repubblica in occasione del nubifragio di domenica 28 agosto scorso. Allagamento che si è verificato all'indomani dei recenti lavori di realizzazione dell'impianto di raccolta delle acque meteoriche costato 1,2 milioni di euro.

IL TESTO INTEGRALE DELLA REPLICA

Scandalizziamoci! Ebbene si, mi riferisco al momentaneo allagamento di quel famoso tratto di via della Repubblica dopo il violento ed eccezionale nubifragio di qualche giorno fa.

Faccio una premessa.

L’estratto del PAI (piano di assetto idrogeologico) fatto sul nostro Comune indica le zone a rischio idrogeologico. In quella zona il rischio è classificato come massimo. Negli anni però ci hanno costruito sopra una scuola e un condominio. Quello che in pochi sanno o fanno finta di non sapere è che ciò che è stato costruito crea un “tappo” al deflusso delle acque che provengono da mezza Putignano determinando, così, un allagamento.

Al problema esistono due rimedi:

1. un sistema di difesa idraulica (tipo vasche di via Noci ma tra i palazzi o al posto dei palazzi);

2. Un sistema di raccolta delle acque che possa convogliare la pioggia in un recapito consentito in ambito urbano definito fogna bianca;

Per ovvi motivi si è scelta la seconda opzione (nel 2017).

I criteri di realizzazione sono diversi da quelli di salvaguardia (tempo di ritorno 5-15 anni) proprio per le interferenze che si incontrano in ambito urbano. Pertanto gli interventi sono calibrati in base a calcoli matematici che rispondono a determinati parametri, come ad esempio il tempo di ritorno in virtù della intensità della pioggia. Senza considerare le pendenze proprio tipiche di quella zona.

Dunque prima dei lavori, con pioggia di qualsiasi livello di intensità, su quel tratto si accumulava tanta acqua da chiudere la strada per ore e chiamare la protezione civile per aspirarla.

Dopo i lavori, con un’intensità di 40 mm/L in 45 minuti -evento classificato come calamitoso* - si è creato un allagamento per circa 10 minuti, poi l’acqua è defluita regolarmente nei 12 pozzi di dispersione e nelle 6 vasche di raccolta realizzate.

Non si è chiusa la strada al traffico e non è stato necessario aspirarla. Pertanto l’impianto ha funzionato (in caso contrario sarebbero saltati i tombini) e sopratutto ha evitato danni molto maggiori.

Ora, capisco che in molti si siano cimentati nella disciplina della ingegneria idraulica, un po’ come accade quando la nazionale di calcio perde dove diventiamo tutti allenatori.

Ma a differenza della mano veloce che scrive il commento scandalizzato da cotanta negligenza dei progettisti e dell’assessore al ramo (che non realizza progetti) va detto che il piano di realizzazione per la raccolta delle acque è stato validato da una decina di professionisti( tra cui proprio degli ingegneri idraulici) inclusi quelli degli enti sovraordinati per il rilascio dei pareri.

Si poteva fare di più? Forse qualche griglia in più avrebbe accelerato di qualche secondo il deflusso delle acque. Ma in caso di piogge ancora più intense il problema si presenterebbe ancora. Come, d’altronde, è accaduto in diversi punti della città. E saremmo ancora allo stesso punto.

Ad ogni modo io la responsabilità del ruolo che ricopro me la prendo, sempre. Ma in piena onestà gli insulti andrebbero rivolti a chi i problemi li ha determinati e non a chi prova di risolverli.”.