Intini: “6 ore di Banzi: una vittoria d’esperienza….”. Dal podio riflessioni sulla guerra e sul futuro dei giovani

Vito Intini 6 ore di Banzi 2022Putignano Ba – Banzi Pz - Tra una gara e l’altra, non resta troppo a lungo in silenzio l’ultramaratoneta e recordman putignanese Vito Intini che indossa i colori dell’Asd Amatori.

E’ dello scorso weekend infatti la notizia di una nuova formidabile vittoria conseguita in occasione della XII Edizione denominata “6 ORE DEI TEMPLARI – Memorial Vito Frangione” inserita nel CALENDARIO FIDAL 2022, nel Calendario Gran Prix Ultramaratona Iuta 2022, ed è omologata FIDAL. Evento sportivo organizzato dall’Asd Atletica Palazzo di Palazzo San Gervasio, in collaborazione con il Comune Di Banzi (Pz). Accompagnato da Stefano Cassone, Vito Intini ha percorso in 6 ore, di cui quasi 1 ora e mezzo sotto la pioggia battente, 63,771 km.

Ma dopo tanti anni di successi sportivi, ciò che colpisce al cuore non è soltanto la sempre sorprendente performance atletica dell’ultracinquantenne nostrano, quanto la sublimazione di ogni vittoria come metafora della vita. Con una vibrante riflessione sulla guerra e l’ironica dedica ai suoi coetanei già scarichi e demotivati “senza vitus e pronti per la casa di riposo…”.

Questo infatti è stato il messaggio che ha accompagnato i momenti della premiazione proprio mentre Vito Intini stringeva energicamente tra le mani il meritato trofeo simbolo della vittoria: “C’è un desiderio primordiale di conquistare.- Esordisce Intini.- Nelle nostre teste e nei nostri cuori. Loro diventano il nemico. Siamo in guerra. Per fortuna nello sport si vince senza uccidere, purtroppo in guerra si uccide senza vincere.

Ci si sente meglio ad vincere nello sport. A livello neurale, quando si vince, il cervello si dà una ricompensa di dopamina. Siamo assuefatti alla rettitudine – alla vittoria. Purtroppo, in questa guerra neurale, “vincere” significa battere gli altri.

Poi rispondendo a chi lo acclama…: “Per questo non chiamatemi Eroe.Gli Eroi sono altri. Non voglio essere d’esempio ai giovani. Loro hanno bisogno di nuovi modelli. Dovranno essere più intelligenti di noi. Più meritocratici, più giusti, più pacifisti, più tutto…e non fare la guerra.

Io voglio essere d’esempio solo ai miei coetanei in catalessi. Coloro che non hanno più vitus. Coloro che potrebbero candidarsi come ospiti emeriti alla casa di riposo..

A loro dedico questa vittoria…”.

 Insomma, un’altra di quelle vittorie che collocano di diritto e senza ombra di dubbio l’ultramaratoneta Vito Intini, tra i campioni in campo come nella vita, in grado di elevare lo sport a grande alleato dei diritti umani e del progresso sociale.

 
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