Intini: «Se la vittoria alla 50km di Lavello poteva essere scontata per un certo verso, resta la prestazione cronometrica una piacevole sorpresa. 3:59,03 ore...»

Vito Intini 50k Lavello di PotenzaPutignano (Ba) – Lavello (Pz) – Così Vito Intini dai social a margine della ultramaratona che si è svolta sabato 18 dicembre a Lavello di Potenza in Basilicata. Insomma, un nuovo fenomenale successo sportivo, per il nostro granitico maratoneta putignanese ultracinquantenne, detentore di numerosi record, non a caso da noi soprannominato Vito Iron Intini.

«Partecipo o non partecipo… Ma sì, quasi quasi ci provo. Così tanto per vedere come va…». Sembra sia stato così per Vito Intini, che pur con tanti record e primati sportivi alle spalle (record mondiale 24h su tapis roulant), con l’umiltà che da sempre lo contraddistingue, ha deciso all’ultimo momento di mettere la 100esima candelina sulla torta delle ultramaratone compiute in 15 anni, e senza nemmeno pubblicizzare troppo la cosa.

Poi come sempre, all’improvviso, la notizia di un nuovo trionfo. Perché alla fine lui la 100esima ultramaratona da  50k, non solo l’ha superata, ma l’ha regolarmente vinta. E neanche di poco: con un stupefacente risultato cronometrico: 50 chilometri in 3:59, 03 ore.

«Sarà stata la veste nuova di questo percorso ora certificato dalla Fidal, oppure il freddo teutonico con raffiche di vento polare? Prosegue scherzosamente Vito nel suo resconto. - Alla fine questo tempo risulta essere la terza migliore prestazione italiana dell’anno di categoria su oltre 110 atleti...». Poi immancabile un suo epitaffio a fare da cornice alla magnifica prestazione: «Non occorre alcuna abilità per invecchiare, ma occorre abilità per saperlo sopportare ( j.w.g.)».

«Non ho affrontato questa gara a cuor leggero – Conclude Vito Intini alludendo ai sui 53anni suonati. – Mi sottopondo regolarmente a controlli clinici specifici e, oltre all’allenamento costante, mantengo un tenore nutrizionale molto controllato».

C’è invece un grande insegnamento che viene dall'animus sportivo di Vito Intini nell'affrontare queste prove. Lo fa confrontandosi ogni volta con l’alea della sconfitta, non con l’idea di non essere il migliore. E questo è uno dei primi, fondamentali insegnamenti dello sport e porta con sé: l’umiltà e la determinazione a dare il massimo. Accettare la sconfitta come regola e non come eccezione; così lo sport aiuta a comprendere il duro lavoro, la costanza e la passione.

Grazie vito, ad maiora, semper...

 
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