Sale a 104 il numero dei sindaci che chiedono più fondi per il Meridione. La rete chiede di essere protagonista della gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché diventi una reale occasione di crescita per il Mezzogiorno

SindaciPutignano Ba - C'è anche Putignano fra i Comuni che hanno aderito alla rete Recovery Sud, il coordinamento spontaneo che intende dare una “risposta istituzionale alla grave crisi di rappresentanza del Sud”.

Ne fanno parte Comuni di Puglia, Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata, Molise, Sardegna e Abruzzo che hanno aderito all’iniziativa 'Recovery Sud’, partita dal sindaco di Acquaviva delle Fonti,  Davide Carlucci. 

«È una rete spontanea - commenta la sindaca di Putignano, Luciana Laera - che coinvolge sindaci provenienti da diverse Regioni del Mezzogiorno e continua a raccogliere adesioni. Una pluralità di personalità che insieme si uniscono in un'unica voce a sostegno dei nostri territori, affinché il Recovery sia una reale occasione di crescita per tutto il Mezzogiorno».

È stata consegnata ufficialmente al presidente della I Commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, il documento intitolato “Le proposte della Rete dei Sindaci Recovery Sud”. Un elenco di tutti i numeri della “condanna a morte” del Mezzogiorno: dai trasferimenti ancora troppo scarsi per servizi come gli asili nido alla distribuzione dei ristori Covid ripartiti in base alla ricchezza fiscale dei territori, dal ridotto turnover di docenti e ricercatori universitari alla riduzione dei posti letto, dal sempre più risicato numero di dipendenti nei Comuni alla spesa sociale procapite diseguale rispetto al Nord, dalla ridotta speranza di vita alla crescita continua del differenziale di reddito certificato dalla Banca d'Italia e dai più importanti istituti di statistica ed economici.

Una vera e propria ingiustizia che sarebbe sufficiente a “giustificare una mobilitazione generale delle popolazioni dell'Italia meridionale per il riequilibrio territoriale del Paese”. Per questo i primi cittadini chiedono un confronto urgente al Governo perché prenda in seria considerazione una serie di proposte per il Pnrr, a cominciare dal varo di un “SOUTH NEW DEAL”, ovvero un PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI che destini ai Comuni meridionali 5000 giovani progettisti, con una corsia preferenziale per i cervelli in fuga, che dovrebbero aggiungersi ai 60mila dipendenti chiesti dall’Anci per colmare le carenze di organico di tutti i Comuni italiani.

Recovery Sud, nel valutare insufficiente la quota del 33% del piano europeo assegnata al Sud, chiede inoltre l’attuazione immediata dei livelli essenziali delle prestazioni, l'adeguamento del sistema infrastrutturale a quello del resto del Paese (a cominciare dall'Alta velocità), e interventi per potenziare le aree produttive.

Si chiedono inoltre interventi di edilizia sociale attraverso il recupero dei centri storici, piani di recupero delle acque reflue, un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, azioni per il recupero di castelli e dimore storiche, deroghe per i Comuni in dissesto, l'eliminazione dei vincoli burocratici, interventi nelle aree interne e nei Borghi autentici, l'introduzione capillare di linee di bus elettrici o a idrogeno, investimenti nella bike economy, la promozione dell'agricoltura sociale e dei terreni confiscati.

La rete degli amministratori portano a modello Monteverde, Comune irpino caro al presidente del Consiglio Mario Draghi per le sue origini materne: il borgo, di 700 abitanti, ha investito nel turismo accessibile ai portatori di handicap, dotandosi di attrezzature tecnologiche che consentano l'eliminazione delle barriere architettoniche nella fruizione degli spazi. Intanto si confida in un incontro costruttivo per esaminare tutte le progettualità d’area che arrivano dai territori meridionali.

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