Riceviamo e pubblichiamo la seguente analisi tecnica dell’ing. Nello Sisto, in merito alle opere di rifacimento dei marciapiedi di Via Roma

Manutenzione marciapiediPutignano Ba -Tecnica costruttiva absoleta e risultati poco duraturi e per giunta irrispettosi di alcune prescrizioni normative e linee guida sulle modalità di esecuzione di questo tipo di manufatti. Questa in sintesi l'analisi tecnica conenuta in una nota che pubblichiamo seguito a firma dell''Ing. Nello Sisto.

«Ormai da parecchi giorni sono in corso lavori di sostituzione della pavimentazione dei marciapiedi di via Roma utilizzando una tecnica costruttiva che ripete sostanzialmente quanto già realizzato circa 20 anni addietro (da me già contestata) mediante la posa in opera di una rete elettrosaldata a diretto contatto con il terreno, un massetto di calcestruzzo sovrapposto di spessore variabile ed una pavimentazione in marmette di cemento posate con boiacca di cemento.

Nella foto sopra riportata si nota infatti come la rete sia posata direttamente sul terreno o su strato di materiale disomogeneo con soprastante stesa di calcestruzzo di inqualificabile caratteristiche in grado di accogliere una pavimentazione di piastrelle in cemento rettangolari identiche a quelle esistenti.

È difficile cogliere le motivazioni che hanno indotto i tecnici incaricati di utilizzare questa tecnica operativa anche se posso intuire le cause che hanno prodotto la inefficienza del sistema e suggerito l’intervento di sostituzione:

- rottura delle piastrelle a seguito delle recenti   e vecchie gelate che hanno frantumato i mattoni;

- sollevamento degli stessi e del sottostante massetto da parte delle radici degli alberi.

Tutti questi problemi si erano manifestati in tempi remoti quando, con il precedente intervento, si era pensato di risolvere il problema del sollevamento della pavimentazione con la realizzazione di un massetto cementizio armato nella illusione di contrastare il degrado del marciapiede soprattutto in presenza degli alberi di olmo e leccio.

Il risultato di questo intervento è quello della seconda foto nella quale si vede il lavoro finito a prima vista accettabile anche se non certo di pregio.

Ad un esame più attento e tecnicamente approfondito si possono però fare alcune osservazioni:

- la rete elettrosaldata posata a contatto con il terreno e non organicamente inglobata nel massetto è soggetta a rapida ossidazione e non svolge ovviamente la ipotizzata funzione di dare maggiore capacità portante al sottofondo della pavimentazione;

- il massetto di calcestruzzo realizza di fatto una superficie impermeabile che impedisce il drenaggio delle acque che si dovessero infiltrare fra i giunti dei mattoni;

- il pavimento ed il sottostante massetto sono privi di giunti di dilatazione;

- la rampa per disabili è stata realizzata secondo uno schema obsoleto e pericoloso.

Queste tre osservazioni portano immediatamente a concludere che:

  • il massetto e la rete elettrosaldata come realizzati sono soggetti ad un rapido degrado e non possono svolgere quindi la funzione di ripartizione dei carichi e soprattutto impedire il sollevamento del pavimento prodotto dalle radici degli alberi le quali quanto più vengono contenute o impermeabilizzate, tanto più sono costrette a ricercare ossigeno ed acqua con una forza assolutamente incontenibile;

  • i mattoni posizionati con boiacca consentono l’infiltrazione di acqua piovana negli spazi che si formano fra il mattone ed il massetto impermeabile provocando l’immediata rottura e/o distacco alla prossima gelata;

  • il pavimento posato senza alcun giunto di dilatazione (la corretta tecnica prevede giunti ogni 4 metri circa) produce una rapida rottura dell’intero sistema appena si verificano temperature elevate (dalla temperatura attuale a quella estiva si verificano certamente escursioni termiche che superano i 50°C).

Queste semplici considerazioni portano a concludere che i lavori in corso di esecuzione sono assolutamente inadeguati dal punto di vista tecnico oltre che non essere rispettosi di una serie di prescrizioni, raccomandazioni e consigli che ritroviamo ormai in ogni riferimento normativo e linee guida (PPTR, cura degli alberi, ecc.) sulle modalità di esecuzione di questo tipo di manufatti che devono anche soddisfare altri requisiti oltre a quelli semplicemente economici e che devono tener conto di una giusta spesa a fronte di un’opera efficiente oltre che esteticamente apprezzabile.

In sostanza con questo tipo di intervento siamo riusciti contemporaneamente ad ottenere i seguenti risultati:

- abbiamo fatto un intervento di rapido degrado;

- abbiamo danneggiato il corretto sviluppo degli alberi privando le radici di acqua e ossigeno;

- abbiamo prodotto un notevole accumulo di acqua piovana sulla strada pubblica priva di fogna bianca invece di farle assorbire le acque direttamente sul posto aggravando di conseguenza i recapiti posti più a valle;

- abbiamo continuato a realizzare rampe per disabili pericolose.

In poche parole si può sostenere, senza tema di essere smentito, che l’intervento di ripavimentazione dei marciapiedi, è assolutamente inadeguato e non rispettoso delle disposizioni vigenti e che nulla hanno sortito le discussioni, le normative, le raccomandazioni e tutte le precedenti esperienze e interventi eseguiti nelle nuove zone di espansione nelle quali, anche con la richiesta esplicita della stessa amministrazione comunale, sono state realizzate correttamente delle pavimentazioni completamente “drenanti” mediante l’uso di masselli autobloccanti».

(Ing. Nello Sisto )