Si attende solo l’approvazione in consiglio comunale. Pronto il regolamento attuativo dei referendum consultivi promossi dagli stessi cittadini e che non prevedono alcun quorum

M5S Laricchia gruppoPutignano Ba - Sono passati due anni da quando i 'grillini' di Putignano avevano richiesto alla locale amministrazione di dotarsi dei referendum comunali e, finalmente, alcuni giorni fa la prima commissione consiliare ne ha licenziato il regolamento per la loro indizione.

Si tratta di uno strumento importantissimo previsto dal DLgs 287/2000 'Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali', che prevede l’inserimento nello statuto comunale di forme di consultazione popolare e  procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati per la tutela di interessi collettivi, garantendone il loro tempestivo esame.

Allo stesso modo, su richiesta di un adeguato numero di cittadini possono essere indetti referendum, a patto che non avvengano in coincidenza con consultazioni elettorali. Uno strumento molto più efficace dei cosiddetti percorsi partecipativi di cui si sente parlare da qualche tempo e che dovrebbero consentire ai cittadini di partecipare attivamente alle scelte della pubblica amministrazione.

Nei fatti, in quelli attuati, i cittadini continuano ad avere un ruolo piuttosto 'residuale', rispetto ai processi decisionali 'partecipati' dei loro amministratori. Per questo i 'pentastellati' di Putignano, nel 2015, avevano redatto e protocollato una bozza di regolamento per l’indizione di referendum comunali.

Il Comune di Putignano, così come moltissimi altri comuni italiani, pur prevedendoli nello statuto comunale, non aveva mai redatto l’apposito regolamento di attuazione. Ora il regolamento per i referendum comunali a Putignano diventerà presto realtà, subito dopo aver ricevuto la definitiva approvazione del consiglio comunale.

Per Indire un referendum, saranno necessarie le firme di almeno il 30% degli elettori putignanesi, oppure potranno essere direttamente richiesti dalla maggioranza dei consiglieri comunali. Il referendum sarà sempre valido qualunque sia il numero dei votanti, non essendo previsto un  <quorum>.

Potrà farne richiesta al Comune un comitato promotore formato da almeno 30 cittadini-elettori con un’istanza che contenga almeno 100 firme. Il Comune dal canto suo istituirà un comitato di garanzia di tre persone che opereranno gratuitamente, con il compito di verificare se il referendum richiesto è ammissibile.

Entro 30 giorni dal ricevimento dell'istanza di referendum, in caso di ammissione dei quesiti presentati, il comitato promotore avrà 90 giorni a disposizione per raccogliere le firme necessarie (almeno il 30% degli elettori). Il regolamento prevede in ogni caso una sola consultazione referendaria all'anno contenente un massimo di cinque quesiti, da espletare dal 15 al 30 giugno.

Entro 60 giorni dall’esito referendario il consiglio comunale dovrà prenderne atto e assumere le conseguenti decisioni. Fermo restando la facoltà in seno al consiglio comunale di non dare seguito al risultato del referendum qualora, con congrua motivazione, lo deliberi con votazione a maggioranza assoluta dei componenti.

Si tratta di uno strumento rivoluzionario che renderebbe concreto il concetto di democrazia partecipata che tanto sta a cuore ai cittadini contribuenti – dichiara uno dei referenti del locale meetup Cinque Stelle Beppe Scaraggi. - Una grande opportunità per la volontà popolare di incidere direttamente sulla politica e sulle scelte degli amministratori. Esso avrà anche l’obiettivo di accrescere il senso di responsabilità civica e politica dei cittadini, di avere una cittadinanza più interessata ad informarsi ed a partecipare criticamente ai temi di interesse comune.