Immobili, terreni e attività commerciali sequestrati a un’organizzazione criminale attiva tra Puglia, Calabria e Spagna. I membri condannati fino a 20 anni di carcere. Operazione della Guardia di Finanza e DDA di Bari.

guardia di finanzaAndria - I finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per oltre 2 milioni di euro, su disposizione del gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA).

Il provvedimento riguarda quattro soggetti recentemente condannati per gravi reati legati al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio e detenzione illegale di armi.

Le condanne, emesse al termine di un giudizio immediato, hanno inflitto pene fino a 20 anni di reclusione ai promotori dell’associazione criminale. Contestualmente, il Tribunale ha disposto la cosiddetta “confisca per sproporzione”, ritenendo fondato il pericolo che i beni potessero essere dispersi o sottratti in attesa del passaggio in giudicato della sentenza.

Il sequestro finalizzato alla confisca allargata ha riguardato immobili, terreni e aziende, tra cui compendi aziendali attivi nel commercio all’ingrosso di frutta e alimenti, localizzati nei territori di Fasano e Andria, riconducibili agli indagati.

Le indagini economico-patrimoniali, condotte dai finanzieri del Gico di Bari e riferite al periodo 2017–2021, hanno evidenziato un disallineamento tra i redditi leciti dichiarati e il notevole accrescimento patrimoniale degli imputati e dei loro familiari.

Secondo quanto emerso, l’organizzazione operava nel settore del traffico internazionale di stupefacenti, in particolare marijuana, hashish e cocaina, con base logistica ad Andria (BT) e ramificazioni nei territori di Brindisi, Calabria e Spagna. Le comunicazioni tra i membri avvenivano anche tramite la piattaforma criptata “Sky ECC”.

Uno degli indagati risiedeva stabilmente nel sud della Spagna, da dove si sarebbe occupato della spedizione di ingenti carichi di droga diretti ai mercati pugliesi. A supporto del traffico locale, nella provincia di Brindisi agiva un pregiudicato incaricato della gestione dei canali di smercio sul territorio.

L’organizzazione, infine, avrebbe mostrato una marcata propensione alla violenza e al ricorso ad armi da fuoco, impiegate come mezzo di intimidazione e risoluzione delle controversie sorte durante le operazioni di approvvigionamento della droga.