Al primo acquazzone il problema si è ripresentato e la polemica divampa.
L’Ass. D’Aprile: “Si è trattato di un evento eccezionale: Il nuovo impianto di raccolta della acque meteoriche ha attenuato di molto gli effetti del nubifragio…”

Viale della Repubblica allagatoPutignano Ba - Auto  trascinate dall’acqua mentre infuria il temporale,  veicoli pesanti in grande difficoltà e scantinati allagati. Questo lo scenario che è tornato a disturbare il sonno dei putignanesi a seguito del violento nubifragio di domenica scorsa. 

Quella strada infatti, il Viale della Repubblica, svolge la funzione di collettore a cielo aperto di tutte le acque piovane che interessano un bacino residenziale che parte da via Conversano per estendersi in tutto il quartiere di S. Filippo e delle prospicienti case popolari fino alla ferrovia.

Le acque quindi si convogliano da tutte le strade trasversali al viale della Repubblica fino a raggiungerla  e che, nelle occasioni di  forti precipitazioni piovose, si trasforma in un torrente le cui acque prima venivano intercettate, senza successo, da alcune griglie e relativo pozzo assorbente posizionato nella parte più depressa.


Eppure, sono freschi freschi di nuovo asfalto, i lavori per la realizzazione di un impianto di raccolta trattamento e smaltimento acque meteoriche, che doveva servire a scongiurare per sempre tale eventualità, grazie ad un finanziamento regionale ad hoc da 1,2 milioni euro, ottenuto nel 2018 dalla locale amministrazione comunale.

Si tratta dunque di opere pubbliche, quelle recentemente attuate, che hanno interessato una vasta area abitata, ma che all’esito avrebbero dovuto risolvere definitivamente il problema dei vistosi allagamenti nell’ampio e trafficatissimo viale. L’intervento di Impianto di raccolta, trattamento e smaltimento acque meteoriche, era stato pensato inoltre con numerose  componenti tecnologiche (pozzi disperdenti, manufatti in calcestruzzo, prefabbricati, finalizzate non solo alla mitigazione del rischio idrogeologico, ma anche al riutilizzo per usi civili delle acque meteoriche.

Quanto accaduto ha pertanto impattato energicamente sull’opinione pubblica provocando, oltre che la comprensibile indignazione dei cittadini, anche le reazioni del mondo politico.  I partiti di minoranza hanno già annunciato di dare battaglia sul punto, nel corso del prossimo consiglio comunale.

LA REPLICA DELL'ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI SANDRO D'APRILE

L’assessore e vice-sindaco Sandro D’Aprile, precisa che si è trattato di un evento meteorologico eccezionale tale da provocare allagamenti anche in aree del territorio dove non si erano mai verificato prima. “In realtà il nuovo impianto ha tenuto abbastanza bene – Sottoliena l’Assessore D’Aprile - limitando la quantità e il livello dell’acqua sulla strada rispetto al passato, nonché consentendo il loro completo drenaggio nel giro di appena una quindicina di minuti…”.

Anche se poi lo stesso assessore ammette che i pozzi di dispersione, quando sono pieni, hanno bisogno di almeno 24 ore per svuotarsi; quindi se dovesse verificarsi subito un nuovo acquazzone, si tornerebbe a disagi di quando l’impianto di raccolta non c’era e la quantità di acqua che allagava la strada la rendeva completamente impercorribile.

Per farla breve, in caso di nubifragi importanti il problema potrà ripresentarsi ma in maniera più attenuata. “Per scongiurare del tutto l’eventualità di nuovi allagamenti – Conclude l’Assessore ai lavori pubblici - bisognerebbe eseguire nuovi e più  costosi lavori di realizzazione di una vera a proprio tunnel che senza intaccare le fondazioni degli edifici esistenti convogli l’acqua verso la falda più vicina…”.

 
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