Con qualche accorgimento in più e maggiori risorse a disposizione la manifestazione sarebbe matura per puntare all'eccellenza

Putignano Sagra del Fungo Piazza PlebiscitoPutignano Ba - Centro storico invaso da una folla immensa, auto posteggiate anche a decine di isolati di distanza; quintali di funghi, caldarroste e altre specialità gastronomiche venduti dagli espositori presenti soddisfatti per il volume di affari, decisamente superiori all’anno scorso.

Boom di visitatori anche al Museo civico Romanazzi Carducci, aperto straordinariamente per l'occasione fino alle ore 22. In sintesi, una grande sagra di paese e una grande vetrina per la città che ora può affermare che, a Putignano, non c’è solo il carnevale.

L’amministrazione comunale di Putignano e l’assessorato al turismo hanno fatto centro quattro anni fa quando hanno rivoluzionato il format della sagra, trasferendola nel più caratteristico centro storico e scegliendo di unire alla gastronomia anche spettacoli e momenti di cultura locale.

Anche questa 22ma edizione si è aperta infatti la sera di venerdì 20 ottobre con una conferenza e una mostra sulle fontane dell’acquedotto pugliese, per ricordare la svolta economico sociale che quell’opera mastodontica, foriera di acqua corrente, portò alle nostre terre aride una secolo fa circa.

L’Assessorato ha inteso altresì ripetere l’esperienza del 'gemellaggio' gastronomico, con i Comuni viciniori e ospiterà il Comune di Rutigliano con uno stand dedicato ai prodotti della tradizione artigianale e gastronomica locale, nonché alla rinomata uva. Questo, in sintonia soprattutto con quanto viene promosso dall’Associazione Cuore della Puglia, di cui Putignano fa parte, assieme ai Comuni di Acquaviva, Rutigliano e Cassano delle Murge, direttamente coinvolti nella Sagra.

Poi l’apertura ufficiale degli stand che hanno visto una massiccia presenza di pubblico già dalla prima sera. Culminante è stata la serata di sabato, introdotta dasi presentatori ufficiali della sagra (ormai da diversi anni) Patrizio Pulvento e Pina Laera, con il concerto dei Terraros in una piazza Plebiscito letteralmente gremita, mentre in Piazza S. Maria si esibivano i Mustacchi Bros, dove era dislocata un'altra cospicua fetta di pubblico.

A fare da cornice alle ‘degustazioni’, la consueta mostra micologica e la mostra fotografica colori e profumi, sapori e saperi della nostra terra, relegati però all’interno del più isolato chiostro comunale. La manifestazione si è conclusa bruscamente domenica sera, causa pioggia, con la cerimonia di premiazione dello stand più accurato di Michele Sportelli e con parte dello spettacolo di Antonio Da Costa e Banda du Sol.

In conclusione, una grande festa ormai matura per il fatidico salto di qualità e puntare ad entrare nell’olimpo delle manifestazioni di eccellenza. Obiettivo che sarà possibile perseguire solo se tutte le parti in causa si mostreranno più concilianti e collaborative tra loro e nei confronti della locale amministrazione. Insomma, la tradizione, il folklore, qualche boccale di birra e due qualche paccca sulle spalle, da soli, non bastano: per fare turismo vero bisogna rimettersi a studiare.

 

 
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