Lo dispone un decreto legislativo del 1993, ma a Putignano non era mai stato applicato ai cartelli esposti in vetrina
Putignano Ba – La politica del rigore portata avanti dal nuovo gestore delle pubbliche affissioni nel comune di Putignano, già evidenziata in un precedente articolo, continua a sorprendere. L’ultima questione dibattuta riguarderebbe le scritte saldi e altre comunicazioni promozionali, che campeggiano sulle vetrine dei negozi proprio in questo periodo.
Il gestore del servizio ha fatto sapere ai commercianti che si paga l’imposta pubblicitaria anche per quelli: €1,34 al mese per cartelli che superano gli 0,50 metri quadrati. La cifra non è proibitiva, ma che adotta scritte molto grandi e dispone di più vetrine (le superfici si sommano), l’esborso diviene certamente più oneroso. Inoltre, chi non ha provveduto alla corresponsione della tariffa, potrebbe trovarsi a sostenere un aggravio dei costi per via delle sanzioni previste.
Insomma, anche quelli che potrebbero essere considerati delle semplici iscrizioni di servizio esposte nelle vetrine, come quelle dei saldi appunto, sono tassate come pubblicità.
Il balzello tuttavia non costituisce una novità. A stabilirlo è un decreto legislativo, il n.507 del 1993 e successive integrazioni e disciplina la 'revisione ed armonizzazione dell'imposta comunale sulla pubblicita' e del diritto sulle pubbliche affissioni, della tassa perl'occupazione di spazi ed aree pubbliche dei comuni e delle province nonche' della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a norma dell'art. 4 della legge 23 ottobre 1992, n. 421, concernente il riordino della finanza territoriale'.
Sino ad oggi tali disposizioni non erano state applicate alla lettera, soprattutto in virtù di un certo principio di tolleranza legato alla crisi del settore commerciale che si protrae ormai da diversi anni.