Quasi 10milioni di euro negli ultimi 5 anni, ma la situazione non migliora. Gli imprenditori ne chiedono la trasformazione in zona commerciale, ma il Comune tace
Putignano Ba - Quasi la metà degli opifici sono vuoti o inutilizzati; almeno quattro le aziende che hanno chiuso solo dall’inizio di quest’anno; sempre più numerose quelle che traslocano in altri comuni meno tassati di Putignano.
Questo il quadro desolante della Zona Industriale di Putignano, una cittadina che vantava una discreta muscolatura nei settori del tessile, manifatturiero e artigianale, fiaccata dalla crisi odierna, ma anche dalla mancanza di strategie efficaci. Come quella a base di denaro pubblico per quasi 10milioni di euro inoculati negli ultimi cinque anni, che non hanno sortito l’effetto “rigenerante” che ci si aspettava.
Di questi:
- 6,3milioni di euro finanziati dal CIPE, per la realizzazione di una vasca di raccolta delle acque piovane per la mitigazione del rischio idrogeologico, non ancora completata (doveva essere terminata a fine 2013);
- 2,4 milioni di euro di fondi FESR per il tramite dell’Area Vasta, sono stati utilizzati infrastrutture e potenziamento delle dotazioni informatiche (sistema wireless e banda larga); area parcheggio con pannelli fotovoltaici per la produzione di energia rinnovabile; rifacimento delle strade; potenziamento dell’impianto d’illuminazione (50 nuovi corpi illuminanti e la sostituzione delle lampade di 190 preesistenti); sistema di videosorveglianza avanzato di tutti gli accessi alla Zona Industriale.
Da ultimo ha fatto capolino tra i capannoni, un bel giardinetto attrezzato e illuminato, che oltre ai costi di realizzazione comporterà nel tempo per l’amministrazione anche quelli di manutenzione.
Le opere, partite nel 2012, non sono ancora state completate e consegnate all’amministrazione.Le telecamere per la videosorveglianza, installate a ottobre 2012, non sono ancora funzionanti e magari già in stato di deperimento.
Poco più di un anno fa, imprenditori, industriali e artigiani di Putignano si sono associati (APICAP) per chiedere alla locale amministrazione il cambio di destinazione d’uso dei capannoni, affinché questi possano essere utilizzati anche come strutture commerciali. In tal modo, all’interno della Zona Industriale, che oramai rischia di diventare un “cimitero dei capannoni vuoti”, potrebbero invece inserirsi, senza alcun impatto ambientale, attività commerciali all’ingrosso ed al dettaglio; attività di servizio (banche, uffici, sanitaria); scuole per la formazione professionale; attrezzature Turistiche, culturali, sportive e per lo Spettacolo; centri commerciali; cinema multisala; mense e ristoranti. Ditalché sarebbe concretamente possibile attrarre nuovi investimenti, creare occupazione e rendere utili le costose opere realizzate sinora in quel distretto.
Peraltro in zona industriale a Putignano, esistono già attività che esercitano il commercio. Inoltre nel piano regolatore vigente sono previsti, capannoni industriali e artigianali con esposizione, edifici e capannoni con depositi commerciali con esposizione ed attività commerciali, nella misura massima del 20% della superficie delle zone produttive.
Negli ultimi mesi, sono state inviate al Comune di Putignano, oltre trenta istanze, altrettanti imprenditori, contenenti il medesimo quesito su modalità, termini, tempi e costi per ottenere il cambio di destinazione d’uso dei capannoni, tutte rimaste inesitate. A settembre scorso, il direttivo dell’APICAP, ha nuovamente richiesto un incontro con tecnici e amministratori per discutere la cosa (peraltro oggetto di campagna elettorale alle ultime amministrative), senza ottenere ancora risposte.