A Putignano, finalmente una sala di ripresa "all inclusive" moderno e di alto livello professionale dedicata a chi scrive e compone musica. Un'idea imprenditoriale che farà parlare di sé

Mattia Genco Recording Studio lowPutignano Ba - Unire arte e imprenditoria. Un binomio che non siamo abituati a vedere e che spesso ci fa pensare a due mondi completamente diversi, quasi in conflitto, diventa in realtà complementare e sinergico nella start-up di un giovane musicista putignanese, Mattia Genco, classe '98.

Un'idea e una visione d'impresa nonché di vita, che può apparire abbastanza comune e semplice dall'esterno ma è più particolare di quel che sembra.

CHI SEI E DA DOVE VIENI

Beh vengo proprio da qui, sono oggettivamente un Putignanese DOC, il mio cognome ne è un ulteriore conferma, tranne piccoli viaggi ed esperienze all'estero ho passato tutta la mia vita in questa terra. Ogni volta che pensavo di migrare scoprivo sempre qualche motivo in più per rimanere. Ho chiuso definitivamente questa capitolo una volta appurato, anche con aiuti esterni, che la Puglia è effettivamente la California d'Italia e forse anche d'Europa, e quindi gran parte di quello che cerco e di cui ho bisogno è già qui, l'ho sempre avuto sotto gli occhi e sotto i piedi ma probabilmente ero un po' distratto per notarlo

COME SEI ARRIVATO ALLA TUA IDEA DI RECORDING STUDIO "ALL INCLUSIVE"

Mattia Genco Recording Studio 2Come tante idee è nata prima di tutto da un'esigenza e un bisogno pratico, poi è stata amalgamata e coadiuvata da intuito, passione, ricerca di libertà e felicità. A chiusura come anche ad inizio e nel mentre, tanto amore, ma quello bisogna mettercelo sempre se lo si ha.

Sin da piccolo la mia vita è sempre stata identificabile in una macro triade composta da scuola, sport, musica. Crescendo ho iniziato vedere le cose più in profondità e quella fanciullesca triade si è tradotta sempre più in ricerca di conoscenza e sapere, espressività física ed espressività creativa. Quindi col senno di poi sono riuscito abbastanza presto a capire le vocazioni del mio essere nella sua totalità, del mio corpo e della mia mente, quelle esigenze e pulsioni più interiori e personali che alla fine ci contraddistinguono, che si differenziano da quello esterne fisiche e biologiche che tutti noi esseri umani condividiamo.

Nato in un contesto famigliare e sociale che sin dal primo momento utile mi ha proiettato nel mondo universitario, prima ancora del mondo del lavoro, pensavo banalmente che si "cazzeggiasse" fino ai 30 anni e con questa mentalità ho vissuto tutta la mia infanzia e la mia adolescenza. Per fortuna questa bolla è scoppiata ben prima, grazie sia ad una mia spinta attiva dall'interno ma anche alle enormi peripezie e avventure che hanno accompagnato la mia vita, che hanno fatto da catalizzatore esterno.

A 19 anni mi iscrissi alla facoltà di marketing per ripiego, per obbligo, perché si deve fare, e già lì le mi scelte non furono ben viste, in realtà avevo già deciso che volevo lanciarmi in un impresa di tipo imprenditoriale e/o artistica, con l'idea di portare avanti i due percorsi in parallelo, avevo già piantato il seme per quello che doveva essere il mio progetto di vita.

In seguito un po' l'ambiente che pareva più un asilo che un'università, un po' vedere la mole di tempo che sottraeva ai miei interessi, un po' il vedere all'opera quella che io chiamo "l'arte del dire la cosa richiesta al momento richiesto non importa come" nella sua massima espressione, classica del sistema scolastico italiano, un po' il fatto tanto banale quanto importante che semplicemente non volevo farlo e mi stavo auto obbligando, un po' l'unico aspetto positivo oltre a quelli negativi già citati, della vincita di un concorso nazionale per Fiat Chrysler Automobiles, come unica matricola tra laureti e laureandi di magistrale, sono arrivato a capire che lì stavo solo perdendo tempo e che potevo farcela tranquillamente da solo, capì che per anni la famiglia, la scuola e la società, mi avevano venduto un sogno farlocco, un'illusione, ed io ci avevo abboccato in pieno, come un tonto.

Avevo capito, come anche per lo sport e per la musica, che se c'è semplicemente interesse in una disciplina nella sua purezza, l'acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative è slegata da titoli, corsi, scuole e squadre varie, e che quindi a meno che non si abbiano esigenze particolari, basta che si guadagni e si campi, fai quello che vuoi e rispetta la libertà altrui, contano i fatti.

So che può sembrare una banalità quello che ho appena descritto ma bisogna contestualizzarlo, inoltre posso dire che nel corso della mia vita, per assurdo, ho visto molte più volte agire nelle direzioni opposte.

Quindi chiusa la carriera scolastica ma non lo studio, chiusa la carriera sportiva, avvenuta anni prima a seguito del soddisfacimento personale per essere arrivato fino alle accademie della nazionale Italiana di rugby, ma non le esigenze atletiche, rimaneva solo la carriera musicale.

Infatti già allora potevo vantare 13 anni di esperienza nel campo musicale e creativo e nel relativo mercato, ora sono 17, col tempo mi rendevo conto sempre più di quanto era folle la scelta che avevo fatto, investire un'altra decade tra i banchi, partendo da zero, per qualcosa che minimamente mi interessava e alla quale avrei dovuto aggiungere anche dell'esperienza, mettendo tutto quel bagaglio già acquisito da parte, come se non valesse un euro.

Dico ciò poiché a un certo punto avevo anche pensato che il problema fosse il corso o la facoltà e avevo valutato un percorso universitario musicale, tipo conservatorio, ma all'estero.

Quindi sono arrivato a non ragionare più in termini di lavoro, percorsi e titoli, dovevo semplicemente trovare una maniera per finanziare il mio progetto di vita, con ciò capì che ero diventato a tutti gli effetti un'artista, poiché non volevo creare per guadagnare, bensì guadagnare per poter creare..

La mia vita era così diventata un equazione o un problema da risolvere, dove sai il risultato finale, proprio come sui libri di scuola, ma poi sta a te capire come arrivarci. Tutte le strade portano a Roma quindi, ed io ho unito al massimo le mie volontà e possibilità per trovare il percorso e il mezzo da me prediletto.

Queste scelte che ho qui descritto potrebbero apparire molto semplici e scontate, ma mi sono costate sforzi enormi, ho pagato a caro prezzo tutto con la mia salute mentale e fisica, ho passato periodi bui e sono stato anche giudicato nel mentre, per le mie scelte sono anche stato accusato di essere un "traditore", incece di ricevere supporto e aiuto ho trovato prevalentemente ostacoli e interferenze, ho fatto tutto da solo e mi considero un sopravvissuto a tutti gli effetti, a volte guardando indietro nel passato mi meraviglio che sia arrivato fin qui tutto integro e funzionale.

Alla fine però non ho nessun rancore e rimorso verso qualcuno o qualcosa, anzi ringrazio con tutto il cuore tutto quello che ho vissuto perché è stata una vera e propria palestra di vita, un addestramento intensivo che mi ha reso sicuramente più forte.

DESCRIVI LA TUA START-UP E DOVE VUOI ARRIVARE

P1 Stelle CadentiQuindi l'idea dietro la start-up è molto personale, è proprio una trasposizione della mia persona, al momento non c'è chissà che invenzione o voglia di sbarcare il lunario, come si è soliti pensare quando si sente quel termine anglofono ormai di uso comune nel nostro vocabolario.

Il tutto è una maniera per dare forma giuridica e fiscale alle mie idee, ai miei pensieri e alle mie azioni, per poter operare nel mondo e nella società, quindi in realtà sono già arrivato dove voglio arrivare e ho già ottenuto il mio obiettivo finale, quello che molti definiscono successo, poiché sono riuscito a realizzare quello che volevo ottenere, facile a dirsi ma difficile a farsi perché appunto prima bisogna saperlo.

Ho trovato il mio posto al mondo, me lo sono letteralmente creato, in senso esteriore e interiore, totale.

Come ogni start-up che si rispetti non potevo che partire operando nel primo spazio disponibile, il classico seminterrato o garage della stessa casa in cui vivi, per abbattere costi e spese, poiché all'inizio sopravvivere è più importante di fatturare.

Sono anche riuscito in pochissimi mesi a creare qualcosa di più grande di me, nel senso che se domani sparissi qualcuno potrebbe potenzialemente continuare il mio lavoro, poiché intorno c'è già un team composto da 5 persone che si sono interessate e hanno curiosato sin dai primi giorni, attratte dall'ambiente che sono riuscito a creare e dalle mie capacità, ed io dalle loro ovviamente.

Presenterò i 5 artisti della mia start-up, del mio brand, o della mia "etichetta creativa" come a volte mia piace definirla, appena lancerò il sito web. Sono tutte personalità poliedriche e altamente creative, con tanta voglia di fare e che possono passare dalle competenze più tecniche e scientifiche del mondo audio/video per esempio, fino alle astrazioni creative e artistiche più pure come l'improvvisazione musicale e la pittura.

Il concetto è molto simile a quello di una bottega rinascimentale ma in versione moderna, un luogo físico e mentale altamente stimolante e creativo, fatto a misura d'uomo, un luogo multidisciplinare che incentiva il contagio tra le varie arti e scienze nonché lo scambio di idee e la serendipità, a differenza delle tendenze odierne ultraspecialistiche e settoriali che operano a compartimenti stagni.

Mattia Genco Recording Studio 3Mi piace definirlo "sistema creativo modulare" poiché muta ed evolve insieme alle persone al suo interno, le quali possono agire sia in senso collettivo e sinergico che individuale, sono complementari al sistema e ci danzano insieme, in termini giuridici si tratterà di collaborazioni senza vincoli di subordinazione, anche se c'è già un candidato come potenziale primo impiegato, dato l'interesse di entrambe le parti, anch'egli giovanissimo, il range d'età al momento va dai 20 ai 40.

L'infrastruttura è composta da uno studio principale di registrazione e produzione professionale audio video, che permette di eseguire master e post produzione ad altissimi livelli, con la possibilità di realizzare un prodotto finito dalla a alla z o solo una parte. 

È in fase di progettazione un secondo spazio, una sala più ricreativa, più open space e da co-working.

Il tutto è stato pensato ed eseguito con in testa un workflow moderno, cercando di operare al minimo nel mondo fisico e al massimo nel mondo digitale.

Caratteristica peculiare e importante è l'impronta creativo artistico apportata ai lavori, una vera e propria firma che a seconda dei casi può essere più o meno percepibile, da un minimo di un 1% a un massimo di 99% per esempio, qualcuno la chiamerebbe marchio, tocco, branding, anima, know how ecc..

Oppure c'è anche un lato dell'etichetta nella declinazione più classica e famosa, cioè quella discografica, quindi sviluppo e ricerca di talenti puramente musicali, ma ci tengo a precisare che questa ricerca avviene sempre e a priori, osservando il talento creativo alla sorgente e a 360 gradi, aldilà della sue varie forme e declinazioni materiali, proprio come facevano i maestri del rinascimento nelle loro botteghe.

Quindi chiunque sia il creativo che si presenti come potenziale cliente o collaboratore, potrà appunto essere curato nella sua totalità o con modularità.

La musica è già ben accompagnata ma è ancora la protagonista principale, e non potrei che ringraziarla per avermi accompagnato sin qui, però i miei interessi sono tanti e ci sono anche altri sensi da soddisfare oltre a quelli delle orecchie e degli occhi, quindi strizzo questi ultimi verso il futuro puntando anche al mondo del turismo e della ristorazione, come anche a quello dell'IT e delle coltivazioni ecosostenibili, e a tanta altra roba che ora non avrebbe senso citare.

Voglio semplicemente fare quello che più mi piace e divertimi nel mentre, non chiedo tanto.