Riceviamo la seguente nota stampa dello studio di ingegneria 'Serving Srl' di Putignano, in contrasto con la posizione espressa dall'ex senatore Pietro Liuzzi, in merito alla necessità di tutelare gli antichi manufatti in pietra, a rischio demolizione, per consentire l'elettrificazione dei treni delle Serrovie Sud-Est
Il Testo della nota
La notizia apparsa sui giornali locali nella quale si contesta l’ipotesi di demolire i ponti in pietra sulla linea ferroviaria della S.E. per realizzare i previsti adeguamenti, appare veramente anacronistica e frutto di una tendenza (quella della “decrescita felice”) che tende a conservare tutto quello che è “antico” anche a costo di contenere lo sviluppo delle infrastrutture e il miglioramento dei collegamenti locali e nazionali.
L’intervento del sen. Piero Liuzzi che chiede di non demolire un ponte in pietra sulla ferrovia S.E. rientra in questa perversa logica che porta a rincorrere tesi che spingono a bloccare qualsivoglia iniziativa di sviluppo delle infrastrutture.
Siamo tutti consapevoli dell’arretratezza del nostro territorio per tutte le infrastrutture pubbliche frutto di un ritardo colpevole degli investimenti pubblici a sfavore di tutto il Sud Italia a tal punto da constatare che i tempi di percorrenza della linea ferroviaria locale sono addirittura aumentati rispetto a quelli dei primi anni del ‘900 e che la sicurezza complessiva non è più compatibile con i criteri moderni che non possono più accettare morti provocati dallo scontro fra due treni o per investimento di pedoni che attraversano la linea ferroviaria attualmente identica a quella costruita ante guerra.
A fronte di una generalizzata richiesta di maggiore efficienza dei servizi pubblici che potrebbero portare ad una riduzione del traffico veicolare privato con conseguente riduzione dell’inquinamento e della incidentalità automobilistica, si sollevano voci contrarie che tendono a conservare lo statu-quo imponendo un incompatibile aumento dei costi di realizzazione delle infrastrutture e una assurda proposta tecnica che propone addirittura di abbassare il livello della strada ferrata (con costi spaventosi) pur di salvare un manufatto in pietra e senza ovviamente risolvere il problema del raddoppio della linea ferrata indispensabile per raggiungere un sufficiente grado di sicurezza e una maggiore velocità media di percorrenza.
Bisognerebbe invece impegnarsi nelle progettazioni a realizzare opere gradevoli dal punto di vista architettonico, funzionali, durevoli e sicure consapevoli del fatto che anche oggi si possono realizzare opere di pregio e di grande efficienza tecnologica impegnando le conseguenti e adeguate risorse economiche.
(Nello Sisto)