Comunicato diffuso da Coldiretti Puglia
Alberobello - L'episodio segnalato dall'organizzazione degli agricoltori, che menziona incremento degli attacchi "cresciuti nell'ultimo periodo" e sollecita "approcci innovativi per organizzare in modo più efficiente un sistema di controllo delle creature predatrici".
Bisogna tutelare le numerose pecore e capre dilaniate, mucche e agnelli sgozzati e asini uccisi in Puglia, dove la popolazione di lupi si è aumentata recentemente con nuovi episodi di strage negli allevamenti che hanno portato alla chiusura delle attività e all'abbandono dei pascoli. Questo è ciò che afferma la Coldiretti Puglia, facendo riferimento all'ultimo attacco dei lupi agli asini al pascolo in un bosco vicino ad Alberobello.
Agli animali talvolta feriti o uccisi si sommano – specifica la Coldiretti Puglia – i danni causati dalla paura e dallo stress causati dagli attacchi, con conseguente diminuzione della produzione di latte e aborti tra gli animali sopravvissuti.
Sono necessarie azioni di controllo per impedire la devastazione dei pascoli e per evitare che numerose famiglie che abitano da generazioni le zone rurali più difficili, dove l'allevamento è l'attività principale, debbano abbandonare tutto. Questo vale anche per i giovani che hanno faticosamente fatto ritorno per preservare la biodiversità persa, attraverso la riabilitazione delle storiche razze pugliesi, come la pecora 'Gentile' di Altamura o la 'Moscia' leccese. La questione dei grandi carnivori sta diventando insostenibile e richiede una rapida soluzione.
Ultimamente è stato necessario sorvegliare costantemente greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi, poiché recinzioni e cani da pastore spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La determinazione degli agricoltori è ai massimi livelli – spiega la Coldiretti regionale – ed è urgente trovare nuove modalità di intervento per organizzare in maniera più efficiente un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più in via di estinzione.
Inoltre, questa situazione si aggiunge – aggiunge la Coldiretti Puglia – alle problematiche di sovraffollamento di numerose altre specie selvatiche, dai cinghiali agli storni, dai cormorani alle lepri, che proliferano in assenza totale di adeguate misure di pianificazione necessarie per prevenire conflitti con l'attività agricola.
Le statistiche sembrano confermare che il lupo ormai non è più in pericolo e – enfatizza la Coldiretti – sollecitano le Istituzioni a sviluppare un Piano nazionale che si ispiri alle soluzioni adottate da altri Paesi dell'Unione Europea, come Francia e Svizzera, per proteggere gli agricoltori e gli animali allevati dagli attacchi dei lupi. Il vero rischio oggi è – denuncia la Coldiretti regionale – la sparizione dell'uomo dalle zone interne a causa dell'abbandono di migliaia di famiglie, nonché di numerosi giovani che con impegno sono tornati per ripristinare la biodiversità persa tramite il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore.
È fondamentale agire con responsabilità per tutelare gli allevamenti, i pastori e gli allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a preservare la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude la Coldiretti Puglia – le montagne si spopoleranno, l'ambiente si deteriorerà e frane e alluvioni minacceranno le città.