Siti bonificati e ricoperti nuovamente di rifiuti nel giro di poche ore. L’assessore Romanazzi annuncia: "tolleranza zero"
Putignano Ba – La notizia di qualche settimana fa relativa all’approvazione in Consiglio Comunale del regolamento di disciplina della videosorveglianza per la tutela ambientale, seguito dai relativi annunci dell’assessora al ramo, sembravano offrire una svolta all’annoso problema dell’abbandono dei rifiuti.
Invece, le segnalazioni di ingombranti, rifiuti pericolosi e immondizia di vario calibro, si susseguono da ogni parte dell’agro putignanese.
Gli abietti incivili seriali non sembrano essere affatto turbati dalla presenza delle foto trappole, dal rafforzamento dei controlli e dagli annunci minacciosi della autorità locali. Né sembra che l’indignazione, vera o presunta, che dilaga sui social faccia minimamente la differenza.
Di fatto si continua ad assistere al pietoso spettacolo della sporcizia che dilaga (peraltro sempre negli siti) della periferia cittadina. Uno spettacolo degno di un paese sottosviluppato. Ma tanto questo ai putignanesi non sembra importare più di tanto.
Nonostante sia ormai chiaro che gli esosi costi supplementari necessari per andare a ripulire il lerciume lasciato da alcuni, lo pagano tutti i cittadini contribuenti (costi che superano i 100mila euro l’anno).
Nel frattempo l’assessora all’ambiente Isa Romanazzi annuncia la “tolleranza zero”, ancora una volta con messaggio affidato ai social: «Solo ieri abbiamo ripulito e bonificato per l’ennesima volta le postazioni dell’agro, questa mattina lavaggio cassonetti e già nuovi rifiuti abbandonati. A meno di 24 ore, per mano di incivili e irresponsabili, il nostro paese si trasforma in una discarica a cielo aperto. Uno scempio, una vergogna! Siamo stanchi, i cittadini sono stanchi. Le fototrappole sono attive e 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗵𝗶 𝗮𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗮 𝗶 𝗿𝗶𝗳𝗶𝘂𝘁𝗶, a qualsiasi ora del giorno, 𝗻𝗼𝗻 𝗰’𝗲̀ 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼. Perché saranno identificati e puniti!».
Ma è proprio sulle modalità di “punizione” che forse varrebbe la pena soffermarsi. Anche a fronte di un numero crescente di sanzioni comminate ai trasgressori, esse risultano purtroppo forse troppo blande per scoraggiare tali detestabili comportamenti.
Forse la locale amministrazione dovrebbe prendere finalmente in considerazione l’adozione delle norme sui reati ambientali che contemplano, oltre alla denuncia penale a carico dei responsabili, sanzioni a partire da 600 euro e la condanna a ripulire a proprie spese il sito inquinato.
Di contro, l’applicazione dei regolamenti comunali invece si limita ad un sanzione pecuniaria di una sessantina di euro. Troppo pochi forse per indurre a più miti consigli questa tipologia di trasgressori.