Stormi di uccelli al tramonto ricoprono di escrementi la piazza sottostante tra i bambini che giocano sulle giostrine e i grandi sulle panchine. Inutili gli interventi pulizia straordinaria prediisposti dal Comune
Putignano Ba - Il pavimento di piazza XX settembre, nel cuore della città del carnevale, è ricoperta ogni giorno da una sorta di materiale farinoso granulare, maleodorante e scivoloso, spesso sospinto dal vento.
In un primo momento si pensava che fosse prodotto dalla copiosa vegetazione gli alberi presenti sulla piazza e, in tanti, non sembravano farci troppo caso.
Ma il caldo delle ultime settimane, il cattivo odore e la presenza di cumuli di piume vicino alla base dei tronchi degli alberi ha svelato l’arcano: si tratta di guano degli uccelli. Ed è andata avanti così per tutta l'estate senza che nessuno intervenisse, nonostante la puzza... (n.d.r.).
La fitta coltre di rami e foglie degli alberi, evidentemente non potati per tempo, attira al tramonto di ogni giorno migliaia di uccellini che in quei rami trovano ristoro, producendo nel contempo anche un elevatissimo frastuono. Fin qui nulla di particolarmente inquietante se non fosse che alla sera questi stormi di uccelli provocano sporcizia sulla piazza sottostante ricoprendola dei loro insidiosi escrementi.
Nemmeno l’insistente passaggio delle scope degli operatori ecologici all’alba del mattino dopo sembra risolvere la situazione: il guano ristagna nelle aiuole degli alberi assieme alle piume che si staccano durante i frenetici passaggi dei volatili tra i rami e che in parte vengono anche sparpagliate tutt’intorno alla piazza perché sospinti dal vento.
A preoccupare i cittadini è soprattutto l’aspetto igienico sanitario di tali 'aspersioni', tenuto conto che la piazzetta è frequentata regolarmente dai bambini che giocano alle giostrine presenti in loco e da coloro che al tramonto si trattengono a prendere una boccata di aria fresca (o almeno così credono), sulle numerose panchine.
'Si tratta di un fenomeno nuovo che va avanti dall’inizio dell’estate – spiega Gilberto Sbiroli, titolare dello storico chiosco dei giornali al centro della piazza. Questi alberi non vengono potati da troppo tempo e sono diventati il covo preferito di questi uccellini. Certi giorni al tramonto si forma come un tappeto scivoloso di questo materiale sulla piazza (indica il guano), l’aria è irrespirabile e le piume svolazzano da mattino a sera. Ho personalmente inviato una segnalazione agli organi competenti che hanno già eseguito un sopralluogo, ma nonostante qualche intervento straordinario di pulizia, la situazione ad oggi non è cambiata'.
Proprio ieri è stato eseguito un intervento di pulizia straoordinaria disposto dalla locale amministrazione. Gli operatrori hanno pulito le aiuole e il pavimento della piazza con le lance, con risultati però piuttosto esigui. Sono veramente brutti i segni lasciati a terra dal passaggio delle idropulitrici a lancia che, peraltro, rovinano le fogature tra i mattoni. Inoltre il problema del guano si ripresenta ogni pomeriggio e restano lerci i lampioni dell'impianto di illuminazione della piazza, evidementemente, mai manotenuti.
Tra le soluzioni al vaglio della locale amministrazione quella di provvedere al più presto a sfoltire i rami con una potatura d’emergenza. Tuttavia gli esperti in materia ritengono che questi animali sono abitudinari e che tale provvedimento potrebbe rivelarsi insufficiente. Di solito infatti, gli stormi degli uccelli tendono semplicemente a trasferirsi sul gruppo di alberi più vicino: in questo caso quelli dinanzi al municipio e altre aree alberate più prossime del centro cittadino.
Ciò che potrebbe servire allo scopo sono i dissuasori acustici che emettono il verso del falco che gli uccelli temono, da posizionare non solo in piazza ma anche negli altri luoghi dove potrebbero spostarsi successivamente (costano meno di 100 euro e funzionano ad energia solare). Ma con l’iter burocratico necessario per la loro eventuale installazione, bisognerbbe attendere almeno fino alla prossima estate perché se ne possano apprezzare i risultati.