Di Palmina Nardelli

Il tradizionale appuntamento folkloristico che apre il carnevale di Putignano nel giorno di S.Stefano. Lunedì 26 dicembre in Piazza Plebiscito a partire dalle ore 15,30

Propaggini_Putignano_foto_storicaPutignano Ba - Lunedì 26 dicembre la magia del Natale, a Putignano, come ormai accade da un lunghissimo numero di anni, sfocia direttamente nell’atmosfera profana della tradizionale “Festa delle Propaggini” per dare inizio nel giorno di S. Stefano, protettore della cittadina, al carnevale più lungo d’Europa.

Quello delle Propaggini è ormai, a tutti gli effetti, un rito che mantiene ancora la sua forte impronta contadina, riuscendo a conservare ancora all’interno di un’atmosfera mitica e leggendaria un input speciale, che segna l’avvio della sua ben nota manifestazione carnevalesca risalente al 1394.

Si fa risalire a quell’anno, la traslazione delle reliquie del santo da Monopoli a Putignano per preservarle dalle scorribande dei saraceni. Lungo il percorso, il corteo fu avvistato da contadini intenti a sistemare le vigne nei campi, che vollero accompagnare, fra suoni e canti vari per disorientare qualche spia del tempo, portandosi dietro i loro attrezzi, le reliquie del santo, conservate ancora oggi nella chiesa di Santa Maria la Greca.

Così fra satira e poesie in dialetto, nel segno di <chiandà u ceppòne> o piantare la vite, chiave a doppio senso da cui muove il gioco dei versi in vernacolo, ha luogo Alle 15,30 la “Festa delle Propaggini 2016”. Festa preceduta durante la mattinata dal rito sacro della processione di S. Stefano, durante la quale avviene lo scambio del cero fra chi, istituzionalmente rappresenta il carnevale e chi governa la festa sacra, Cosimo Paolillo, presidente del Comitato Festa patronale.

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In Piazza Plebiscito assistiamo alla lunga maratona in vernacolo. Una sfida all’ultima rima tra le voci della tradizione, che coinvolge sette gruppi di propagginanti, poeti naif vestiti da contadini che tra doppi sensi, allusioni divertenti e satira graffiante, analizzano e rimandano al mittente, sottolineate da rime irriverenti, le azioni politiche ritenute negative degli amministratori, dell’èlite dirigenziale o di personaggi noti della scena locale, evidenziando anche abitudini sociali.

Sono sette i gruppi che, aderendo al bando della Fondazione, si esibiranno sul palco addobbato con tralci di vite e di edera.  Ciascuno, con venti minuti a disposizione, per dare voce al proprio dissenso, strappando il più possibile risate di consenso e conquistare l’ambita prima posizione della classifica. Ci provano quest’anno: Trio-Gesimo, Gruppo D’Elia, Giugno ’87, Cem cemderap i ciuquere (Cime, cime di rape e cicorie), A cummpagnèie d’i uagnoun (La comitiva dei ragazzi), La Zizzania, I Spatriat (i senza luogo).

Quest’ultimo gruppo, insieme a Trio-Gesimo rappresentano le new entry. La Festa delle Propaggini e l’insita sfida tra <le voci della tradizione>, finisce col diventare anche un rito purificatorio della comunità che mettendo in piazza i misfatti della vita cittadina, attraverso la satira, ne denuncia i propri mali per propiziare un futuro migliore.

Al termine della serata, una giuria, formata da maestri cartapestai, decreterà la compagnia vincitrice valutando, per ognuna, criteri di valutazione basati sulla satira, sulla padronanza del dialetto, l’efficacia dei testi, della recitazione e dell’esecuzione musicale. In caso di maltempo, la festa si svolgerà all’interno del chiostro comunale.

 
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