Nel mirino della Guardia di Finanza dentisti in Puglia e Basilicata fruitori di un software che permetteva una gestione parallela delle entrate

guardia di finanzaI Finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito decreti di sequestro preventivo di beni, per un valore totale di circa 5 milioni di euro, contro vari professionisti attivi negli studi odontoiatrici, presumibilmente beneficiari del reato di dichiarazione fraudolenta attraverso altri mezzi, per gli anni fiscali dal 2016 al 2020. Queste azioni sono state compiute in seguito a complesse indagini della polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica.

Le indagini hanno avuto inizio da una verifica fiscale condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari su un odontoiatra con uno studio nella provincia di Bari. Questo ha permesso di individuare il responsabile e fornitore di un software gestionale progettato per agevolare la registrazione di compensi "non ufficiali" e ostacolare il lavoro di controllo dell'Amministrazione Finanziaria.

Basandosi sulle prime prove investigative, il tribunale ha ordinato perquisizioni locali e domiciliari nei confronti dei soggetti coinvolti, durante le quali sono stati sequestrati numerosi dispositivi informatici, documenti e telefoni cellulari. Inoltre, sono state scoperte copie di backup del software utilizzato anche da altri odontoiatri.

Le indagini hanno rivelato che il software in questione consentiva di:

  • creare "schede cliente" che permettevano di registrare compensi non dichiarati premendo un tasto e inserendo una password nota solo al titolare dello studio;
  • conservare una contabilità "parallela" su dispositivi rimovibili facilmente accessibili solo con specifiche modalità di accesso;
  • mantenere due archivi informatici distinti: uno interno, con dati chiaramente registrati per la fatturazione, e uno esterno, che raccoglieva tutti i dati compresi quelli non dichiarati ufficialmente.
Inoltre, è emerso che l'odontoiatra coinvolto aveva creato chat per discutere di contabilità non ufficiale, suggerendo incontri di persona per ulteriori spiegazioni.

Sulla base delle informazioni raccolte, il tribunale ha esteso le indagini ad altri professionisti del settore, individuando 80 soggetti, di cui 47 deferiti alle autorità giudiziarie competenti per il reato di dichiarazione fraudolenta secondo il decreto legislativo n. 74/2000.

Contemporaneamente, sono state sfruttate le prove raccolte dalle attività di verifica fiscale del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari e di altri reparti competenti, che hanno permesso di individuare una base imponibile sottratta a tassazione di circa 33 milioni di euro nelle annualità 2022/2023.

Le indagini hanno anche rivelato un significativo aumento del fatturato nei periodi successivi all'indagine, come dimostrato dall'Anagrafe Tributaria.

Queste azioni testimoniano l'impegno costante della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza di Bari nella lotta all'evasione fiscale, a beneficio dei cittadini e dei contribuenti onesti, per garantire l'equità sociale e il benessere della comunità.

Attualmente, il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari e nessuno dei soggetti coinvolti è stato ancora rinviato a giudizio o condannato per i reati contestati.

 
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