Il magistrato anti 'ndrangheta ha presentato il suo terzo libro nella gremita sala convegni del centro riabilitativo Giovanni Paolo II
Gratteri_2_lowGratteri_lowPutignano (Ba) - sabato 2 luglio alle 10,30 , il centro di riabilitazione Giovanni Paolo II, ha ospitato il magistrato Calabrese, Dr. Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso la Procura di Reggio Calabria, ha presentato il suo terzo libro intitolato "La Giustizia è una cosa seria".


Sono intervenuti: l'avvocato Antonio Maria La Scala, presidente nazionale Gens Nova, che ha ringraziato del centro per la gratuita ospitalità, lo stesso dott. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria e protagonista dell'evento e il giornalista Mario Valentino. Erano presenti le autorità di Guardia di Finanza, Carabinieri, il sindaco avv. Gianvincenzo Angelini De Miccolis, gli assessori Nicola Recchia, Saverio Campanella, Giovanni Campanella e i consilieri Vito Valentini e Antonello Romanazzi.
L'autore, oltre al libro che ha presentato, in precedenza aveva scritto altri due testi: "Fratelli di sangue" e "Mala pianta".

Nicola Gratteri
ha scritto i suoi testi insieme ad Antonio Nicaso, anch'egli massimo esponente dell'anti'ndrangheta nonchè giornalista e scrittore, con il quale è legato da una profonda amicizia che dura da venticinque anni. "la Giustizia è una cosa seria", completa la trilogia di testi storici di carettere scientifico scritti dal magistrato calabrese, ed è stato promosso dalla casa editrice Mondadori.
E' un testo storico che racconta novità sulla 'ndrangheta, è serio ed è molto feroce con la politica italiana,e la Mondadori come casa editrice, non ha mai modificato nulla, rispettando l'ideologia nel procuratore-autore.
Grattieri ha così annunciato a tutti i presenti:"essere 'ndranghetisti è una religione! Chi viene battezzato nel nome di questo credo, muore con questa fede a meno che non diventi collaboratore di giustizia. Finora però di casi di pentimento se ne sono visti ben pochi.."
Il giudice afferma inoltre che nella chiesa della Madonna dei Polsi, viene ufficializzata l'investitura dei nuovi 'ndranghetisti e ha annunciato che la Chiesa lo ha attaccato per anni quando affermava che quel luogo di culto era stato profanato dalle cosche,e che poi grazie alla moderna tecnologia e alle conversazioni intercettate, è stato dimostrato che aveva ragione.
"La 'ndrangheta è attaccata alla religione,controlla processioni e funzioni religiose per affermare il proprio potere.
Il mafioso quando uccide o ordina di uccidere,si rivolge alla Madonna per affidare la protezione, poichè pensa di essere nel giusto.
La chiesa assume un ruolo di silenzio assenso... I sacerdoti chiudono un occhio magari perchè i mafiosi per ostentare la propria ricchezza, ristrutturano chiese".. così ha continuato il suo intervento Nicola Gratteri.
"La mafia dà lavoro ma non ha valori! le mafie uccidono, violentano e il capomafia,approfitta sessualmente delle giovani mogli dei mafiosi detenuti.
Il capo mafioso concede opere pubbliche, non per aiutare economicamente ma per dimostrare il suo potere, quindi i cittadini, per "gratitudine" votano alle elezioni persone indicate dal capo-mafia che tutto controlla.
Dopo l'unificazione d'Europa,le barriere sono state abolite,non esiste più la cultura del controllo del territorio...In Spagna, Olanda, Germania ed altri Paesi d'Europa, non ci sono normative e controlli per evitare la diffusione di droga e contrastare la mafia, ecco perchè essa si diffonde provocando timori e pressioni.
Le pene del nostro paese sono poco dure.. infatti spesso un mafioso resta in carcere solo circa 6-7 anni(da 24 anni per buona condotta vengono spesso ridotte).
Le possibili soluzioni secondo il magistrato sono:
1) Stipulare con l'Albania,Tunisia,Romania e altri Stati, trattati bilaterali per "esportare" i detenuti stranieri che così possono
scontare la propria pena nei loro Stati,
2) Creare campi di lavoro: poichè fuori dal carcere i mafiosi combinano danni e disagi imperdonabili, devono lavorare all'interno dei carceri, per guadagarsi vitto e alloggio all'interno delle stesse prigioni, poichè noi cittadini con le tasse che paghiamo, manteniamo anche loro! E'' anche necessario rendere più rigido il nostro sistema penale, quindi modificare il codice penale e di procedura penale, così da poter abbattere nell'arco di 5 o 6 anni, l'80%circa della mafia.
Inoltre c'è bisogno di cultura: allenare i ragazzi con la lettura, aiutarli a capire i veri valori, allontanandoli da false realtà quali facebook, o reality che confondono solo le idee.

La mafia inoltre controlla la gestione dei rifiuti poichè essa garantisce tanta ricchezza.

Chi entra nella mafia non diventa capo-mafia ma esecutore materiale, che è la figura più esposta al rischio di essere arretata poichè gli esecutori materiali lasciano più tracce."
Il nostro speciale ospite ha infine parlato di intercettazioni:" le intercettazioni sono il mezzo più semplice ed economico per le indagini! Le affermazioni registrate in un'intercettazione sono una prova schiacciante, un'ignara confessione".
Così il giudice antindrangheta, ha concluso la presentazione del suo terzo libro.
 
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