Le attività del centro benessere restano sospese. Lavoratori senza stipendio da mesi e clienti con abbonamenti appena rinnovati.  La famiglia Vinella al lavoro per riaprirlo quanto prima, non appena tornati in possesso della struttura

Dna_Wellness_ex_Nadir_Centro_Benessere_PutignanoPutignano Bari - Porte chiuse, luci spente e un cartello con la scritta: il centro è chiuso. E' questo la scena alla quale assistono attoniti da alcuni giorni i clienti del centro sportivo Dna Welness Club ex Nadir a Putignano.

Una delle più grandi e attrezzate strutture del benessere del territorio, dopo quasi 15 anni di gloriosa attività, ha infatti improvvisamente chiuso i battenti, lasciando a bocca aperta l'intera comunità, soprattutto coloro che avevano da poco rinnovato l'abbonamento annuale per svariate centinaia di euro e che ora  temono di essere stati imbrogliati.

Stando a quanto dichiarano gli stessi iscritti, la chiusura era stata annunciata solo un paio di giorni prima (il 30 giugno), con una email che lasciava intendere si sarebbe trattato di una interruzione temporanea. Per farla breve invece, la società che gestiva il centro, ha incassato i soldi degli abbonamenti fino agli ultimi giorni e poi ha chiuso bottega senza dare troppe spiegazioni, lasciando peraltro a bocca asciutta non solo i clienti ma anche e soprattutto il personale e gli istruttori del centro, una settantina in tutto, senza stipendio da più di quattro mesi.

In un primo momento la colpa di tale brusca chiusura era stata attribuita proprio ai lavoratori che avevano annunciato con un ultimatum l'interruzione qualsiasi attività al 30 giugno se gli stipendi arretrati non fossero stati tutti corrisposti.

Dopo le prime confuse indiscrezioni che si sono rincorse nei giorni in città, si era anche sparsa la voce che sulla DNA Wellness di Roma, che aveva in gestione la struttura da un paio di anni, pendesse addirittura una dichiarazione di fallimento.

Nei fatti pare si tratti di un caso di omonimia e che la società che gestiva il l’ex Nadir sia a tutti gli effetti ancora in affari, per giunta in vari ambiti economici. Comunque stiano le cose, il sospetto che non si tratti di una temporanea interruzione del servizio, ha però provocato la comprensibile reazione della clientela 'a credito' del centro benessere e soprattutto dei settanta lavoratori in attesa di almeno quattro stipendi, i quali hanno senza indugi conferito incarico allo studio multidisciplinare degli avvocati Pavone, Miccolis, D’Aprile, Carucci, Tramonte, a tutela dei rispettivi diritti.

Sono più di duecento gli utenti della struttura che avevano rinnovato o contratto un nuovo abbonamento del valore di svariate centinaia di euro, fino a pochi giorni prima dell’avvenuta chiusura e, come gli stessi avvocati confermano, con il passare dei giorni, il numero dei pretendenti potrebbe ancora crescere.

Al momento i legali hanno avviato le azioni di sollecito e diffida all’adempimento degli impegni contrattuali assunti dalla DNA Wellness nell’interesse dei clienti e dei lavoratori. In mancanza di riscontri che consentano la risoluzione della controversia per via bonaria, saranno incardinate le opportune azioni di recupero in sede giudiziaria.

Una situazione piuttosto controversa anche per la proprietà dell’imponente e prestigiosa struttura sportiva che resta in capo alla famiglia Vinella e che l’aveva realizzata con orgoglio 15 anni fa, la quale non intende farsi travolgere da questa incresciosa vicenda scaturita dalla mala-gestione della società che l’ha gestita per un tempo così breve:

'Abbiamo incardinato un'azione legale d'urgenza, un procedimento cautelare, per rientrare quanto prima nel possesso della struttura e riuscire a riaprire il centro subito dopo l'estate'. Così Massimo Vinella che, interpellato sul punto è apparso ottimista sul futuro del Nadir, e sul fatto di poter riconquistare rapidamente la fiducia delle migliaia di persone che hanno negli anni frequentato il centro con soddisfazione e profitto.

 
Condividi