Carlo_Bruni_3“La scommessa dei Giganti di Carta è stata vinta, con un picco da 40.000 presenze (domenica) ed un crescendo continuo fra venerdì e sabato che ha superato tutte le più rosee aspettative. In un contesto regionale fortunatamente (perché c’è da esserne felici!) affollato di proposte, Putignano ha rappresentato la meta prediletta per moltissimi. Una tradizione forte, associata a un mix di proposte attento alle esigenze di pubblici differenti, ha saputo intercettare il gusto dei più giovani (i concerti, la battaglia dei cuscini), l’interesse delle famiglie e dei bambini (rapiti dalla bellezza struggente di queste macchine), la curiosità di un turismo attratto da un territorio tutto ancora da scoprire.

Ma non è stata una svendita di fine stagione, né un’esca paratelevisiva a determinare il successo.

Se il borgo antico della città pugliese ha saputo raccontare una storia ricca e affascinante, la vocazione alla festa, coltivata in più di cinque secoli di carnevale, ha fatto il resto. Nasi all’insù per migliaia di persone ipnotizzate dal movimento di un polpo gigante o di una diligenza lanciata lungo il corso, o di un imponente papa nero. E poi cambio di messa a fuoco, per il sorprendente assedio dei magnifici abiti di Misterbianco, o per le evoluzioni danzate d’un improbabile gruppo di brasiliane en travestì. Musiche d’incontro (Radiodervish e Roy Paci) e musiche da gioco (la battaglia dei cuscini), palloncini, coriandoli e fuochi d’artificio.

L’infanzia è uno stato dell’animo e Putignano ha dimostrato d’essere il posto giusto in cui coltivarlo. Non si tratta di dimenticare la fatica del quotidiano in un tempo, per molti versi, difficile, quanto piuttosto di recuperare il potere rivoluzionario del riso e la forza travolgente della comunità. Perché non diventi un lusso l’incontro, lo scambio, la festa, ma torni ad essere il sale della vita. D’altronde basterebbe riflettere più a fondo sul termine “ricreazione” per capirne l’intimo valore. “Chi ride vive di più”: ne siamo certi!”. ( Carlo Bruni)

 

L’esito di una manifestazione del genere è dovuto al lavoro collettivo. In passato la qualità dei rapporti con le persone è stata trascurata. Un buon programma; ma che deve molto alle persone che ci hanno lavorato. Mi riferisco all’associazione Local Lab, che ha fatto sforzi per animare il centro storico; l’associazione Trullando, ecc.. I Ciucci del Carnevale, per esempio, sono stato poi la vera rivelazione di questa manifestazione. Dei volontari giovanissimi, con i quali è bastato parlare due pomeriggi e si sono subito messi in treno sulla Sud-Est e con lo zaino in spalla, per portare in giro e distribuire i programmi e le locandine. Per questi motivi cercherò di coinvolgere sempre più gente:  le scuole, gli imprenditori, altre organizzazioni, persino i singoli cittadini. Immagino parti di cartapesta, che animano i palazzi, teste e braccia che fuoriescono da finestre, portoni, cortili, ecc. con l’aiuto degli stessi cittadini. La notte dei Giganti carta è un titolo ma anche un indirizzo. A differenza della sfilata invernale, ci giochiamo l’estate con un riposizionamento temporale che è la notte, e con queste macchine di cartapesta e la città.

 
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