Talenti nostrani, Deni Bianco, Francesco Lippolis, Silvia Marzella e Daniela Ricchi hanno partecipato al festival 'La luna e i Calanchi', con una realizzazione denominata dallo stesso ideatore dell'evento Franco Arminio: <<La Donna di Calanco>>.

La_Donna_di_Calanco_2Putignano Ba – Una grande conferma di talento e gusto del bello è arrivata dalla proficua partecipazione di artisti di Putignano e del nostro territorio: Deni Bianco, Francesco Lippolis, Silvia Marzella e Daniela Ricchi: insieme si sono distinti al festival della <<paesologia>> ad Aliano (Matera), dal 22 al 27 agosto. I virtuosi artigiani hanno partecipato con un lavoro in cartapesta, stoffa, ferro, paglia, luce, denominata dallo stesso ideatore del festival Franco Arminio, il paesologo che attraversa e racconta i paesi dell’Italia interna, ‘La donna di Calanco’.

Rappresenta un calanco che si allunga ad afferrare la luna nelle fattezze di una donna. In punta di piedi, nella terra che Levi consacrò nel Cristo si è fermato ad Eboli’. - Così un post di Deni Bianco -  ‘Oggi con Francesco Lippolis , Silvia Marzella e Daniela Ricchi abbiamo terminato la nostra opera ospite di un festival che merita, che difende il sud e la nostra autenticità.'

La presentazione del festival

Aliano è lontana, non arrivano masse distratte, ma casi singoli, anime spaiate, gente che non appartiene al consorzio dei furbi e degli ingordi. Aliano è un’isola, un altrove dentro l’Italia, un luogo in cui anche la desolazione diventa beatitudine: è l’eros dell’orlo, l’oreficeria del vuoto.

Il paesaggio inoperoso dei calanchi (erosione delle rocce argillose), una volta considerato emblema del disagio, oggi diventa lirico, solenne. Ciò che stava dietro si fa avanti. Il margine diventa fecondo. La festa della paesologia contiene l’idea che nei luoghi dell’Italia interna può nascere qualche germoglio di una nuova civiltà che ci piace chiamare umanesimo delle montagne.

Crediamo che la poesia e le arti in generale possano avere un ruolo importante di riattivazione comunitaria. La festa della paesologia intreccia ardori intimi e passioni civiche. Non è un festival del cinema, della letteratura, della musica, ma una comunità provvisoria che intreccia gli abitanti del paese, le persone invitate e i visitatori. Per sei giorni e sei notti si legge, si canta, si suona, si discute in un cantiere che è una serena obiezione all’autismo corale.

Il futuro è in chi crede alla terra e alla sua sacralità, non in chi pensa solo a saccheggiarla. Il futuro è in chi non  guarda il Sud con la vecchia lente sviluppista,  è in chi lavora con scrupolo e utopia, in chi tiene assieme il computer e il pero selvatico.

La festa della paesologia non propone un divertimento estivo, ma una nuova militanza, poetica e politica. Chi viene ad Aliano sceglie una visione, partecipa a una lotta. La Luna e i Calanchi fa parte di un movimento più ampio sulle aree interne. Arminio ha redatto la bozza di strategia della Montagna Materana, area pilota del progetto costruito da Fabrizio Barca, e con molte altre persone ha creato la casa della paesologia a Trevico, in Irpinia.

 
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