Carabinieri in azione tra Puglia, Calabria, Toscana e Lombardia. Scoperta una rete di spaccio attiva anche nei luoghi pubblici e promossa via chat
Molfetta - Sei pusher sono finiti in carcere e altri otto ai domiciliari su disposizione del gip del tribunale di Trani, che su richiesta della Procura ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per tutti, tra Molfetta, Bari, Bat, Catanzaro, Siena e Brescia.
L'accusa è di spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti. Le misure sono state eseguite in mattinata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, coadiuvati dal Nucleo Cinofili di Modugno, dal 6° Nucleo Elicotteri di Bari, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, dal personale delle Sezioni di Intervento Operativo dell’11° Reggimento Puglia, nonché con il supporto dei reparti competenti per territorio. Le indagini, condotte da marzo 2023 a gennaio 2024 dalla Sezione Operativa della Compagnia di Molfetta, con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza sulle attività illecite svolte dagli indagati nella vendita della droga, che era commissionata anche da consumatori provenienti dai Comuni limitrofi.
L'inchiesta è nata da un'attività di monitoraggio eseguita dalla Polizia Locale di Molfetta, all’esito della quale i successivi approfondimenti investigativi, affidati dalla Procura ai carabinieri di Molfetta ed effettuati mediante tecniche di intercettazione e numerosi servizi di osservazione e pedinamento nelle aree interessate, hanno consentito di riscontrare una elevata presenza di consumatori di droghe di ogni genere ed in particolare cocaina, hashish e marijuana. Le cessioni avvenivano principalmente in prossimità di zone altamente frequentate, come la stazione ferroviaria, il centro storico, la villa comunale, nonché nelle vicinanze di esercizi commerciali. La droga, è stato poi ricostruito, veniva acquistata da fornitori provenienti da Bari. Nel corso dell'indagine è stato scoperto che la sostanza veniva chiamata con nomi convenzionali ed è stato possibile documentare come l’attività di spaccio si svolgesse in forma “itinerante”, con una vera e propria “pubblicità” dello stupefacente tramite applicazioni di messaggistica istantanea. Gli acquirenti venivano informati del “menu” disponibile e del prezzario al grammo delle dosi in base al tipo di droga, concordando la consegna in luoghi prestabiliti.
