Gli oggetti trovati sul corpo carbonizzato sarebbero quelli indossati dal 26enne scomparso a Barletta. Cinque gli indagati per omicidio aggravato dal metodo mafioso
Canosa di Puglia - Un braccialetto e una collanina identici a quelli indossati da Francesco Diviesti, il 26enne di Barletta scomparso lo scorso 25 aprile e ritrovati sul corpo semicarbonizzato scoperto quattro giorni dopo in un rudere nelle campagne tra Canosa di Puglia e Minervino Murge, nel nord Barese, sarebbero stati riconosciuti dai genitori del ragazzo scomparso.
Nell'ambito dell'attività di conferimento dell'incarico per lo svolgimento dell'autopsia, i due oggetti recuperati dagli investigatori sono stati mostrati alla madre e al padre del 26enne parrucchiere perché confermassero che sono gli stessi indossati solitamente dal figlio.
La certezza che il cadavere sia di Diviesti si avrà dall’esame autoptico affidato a Sara Sablone, dell'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.
Nell'ambito dell'inchiesta aperta dai pm Ettore Cardinali e Daniela Chimenti della Direzione distrettuale antimafia di Bari per omicidio aggravato dal metodo mafioso, risultano indagate cinque persone di età compresa tra i 25 ei 57 anni: tre uomini di Barletta, uno di Minervino (proprietario della villa non lontana dal rudere in cui è stato trovato il corpo e messa sotto sequestro) e uno di nazionalità albanese ma residente a Barletta, che avrebbe già fatto perdere le tracce.
