
Si tratta di quattro cittadini georgiani, di 38, 34, 29 e una ragazza di 22, dimoranti a Bari, arrestati nella serata di sabato a Putignano dai Carabinieri della locale Stazione, con l’accusa di furto aggravato in concorso.
I militari, in servizio di perlustrazione, finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio, di passaggio in corso Umberto I, sono stati attirati dai gesti di una donna, la quale indicava loro due individui che stavano salendo a bordo di una Mercedes classe A quali autori del furto di una penna preziosa, appena compiuto nel suo negozio. Bloccato immediatamente il veicolo, sul quale prendevano posto in tutto tre uomini e una donna, gli operanti hanno effettuato un controllo, a seguito del quale, nella tasca del giubbotto del 34enne, i militari hanno rinvenuto una penna d’argento, corrispondente a quella descritta dalla commerciante. Condotti in caserma per approfondire gli accertamenti, i carabinieri hanno rinvenuto sul veicolo anche diversi capi di abbigliamento griffati (del valore di circa 700 euro), sui quali vi erano ancora applicati i sensori antitaccheggio, nonché attrezzi atti allo scasso, tra cui alcuni “spadini” (attrezzi artigianali in ferro utilizzati per aprire le serrature di veicoli).
Successivi accertamenti hanno permesso di appurare che due di loro – il 38enne e il 34enne – erano poco prima entrati nel negozio e mentre uno distraeva la titolare, l’altro si recava in un vano adiacente, ove vi era altra merce in esposizione, priva di alcuna protezione. Subito dopo quest’ultimo, tornato indietro, sussurrava qualcosa al suo complice, con il quale abbandonava immediatamente il negozio. Tale comportamento induceva la negoziante ad una immediata verifica del vano “visitato” dallo straniero, ove effettivamente notava la mancanza di una penna preziosa, essendo rimasta soltanto la custodia.
Inevitabile, a questo punto, l’arresto per i quattro, poi associati al carcere di Bari, fatta eccezione per la ragazza, sottoposta agli arresti domiciliari, su disposizione dell’autorità giudiziaria, poiché in stato di gravidanza.
La penna recuperata, del valore di circa 150 euro, è stata restituita alla negoziante, mentre sono tuttora in corso accertamenti volti a stabilire la provenienze dei capi di abbigliamento rinvenuti.