Emergono le prime indiscrezioni dall’autopsia sulla 32enne soccorritrice morta sulla statale dei Trulli. Don Nicola D’Onghia resta indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso.

fabiana chiarappaTuri - Fabiana Chiarappa, la soccorritrice 32enne morta in un incidente stradale il 2 aprile scorso, sulla statale dei Trulli fra Turi e Putignano, avrebbe presentato sul corpo segni di schiacciamento.

Sono le prime indiscrezioni che filtrano dall'autopsia eseguita nell'istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari dal dottor Davide Ferorelli.

La consulenza sul corpo è stata disposto dal procuratore aggiunto di Bari Ciro Angelillis e dalla pm Ileana Ramundo, che sul caso hanno aperto un fascicolo d'indagine e iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale e omissione di soccorso don Nicola D'Onghia, parroco di Turi. Il prete, secondo quanto accertato, sarebbe passato su quella strada proprio all'ora in cui Fabiana, in sella alla sua potente motocicletta, è morta.

Si cerca allora di capire se il don Nicola abbia avuto responsabilità nell'incidente.

Lui stesso, appreso solo l'indomani di quello che era accaduto, si era presentato dai carabinieri con i suoi avvocati Federico Straziota e Vita Mansueto, raccontando di non essersi accorto di nulla ma di aver sentito solo un rumore che poteva essere quello di una pietra. Le immagini delle telecamere di una stazione di servizio, poco distante dal luogo dell'incidente, lo ritraggono mentre si ferma con l'auto e osserva la carrozzeria.

I segni di schiacciamento rilevati sul corpo della ragazza aprono ora a nuove ipotesi, ma servirà altro tempo e i risultati della perizia sui due mezzi, nonché le analisi sul repertamento di eventuali tracce biologiche sull'auto, perché si possa formulare una ricostruzione certa e le relative responsabilità.