Dopo l’arresto di 22 persone a inizio aprile, nuovi provvedimenti contro il sodalizio mafioso operante a Noicattaro e in altri comuni della provincia. Sequestrati 42 kg di droga e una pistola.

gdf bariBARI - I finanzieri del Comando Provinciale di Bari stanno eseguendo un'ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari, nei confronti di 8 persone (alcuni dei quali già detenuti per altra causa) residenti nella provincia di Bari: 4 in carcere e 4 ai domiciliari.

La misura segue quella eseguita il  1 aprile 2025 nei confronti di 22 persone, indagate, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al narcotraffico, trasferimento fraudolento di valori e tentato omicidio, tutti  aggravati dall’agevolazione mafiosa. Quella eseguita oggi arriva a seguito dell'interrogatorio preventivo al quale, come prevede la legge, devono essere sottoposti quando alcuni atti sono stati depositati dopo la richiesta cautelare. Per altre due persone il gip ha rigettato la richiesta. Il carcere è stato disposto per Giacomo De Gennaro, Davide De Marco, Eugenio Damiano Giuliani ed Emilio Moretti. Domiciliari per Cleto Caprioli, Gaetano Colaianni, Costantino Lavermicocca e Tommaso Ruggiero.

L'indagine si è avvalsa di intercettazioni (telefoniche, ambientali e telematiche), dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, telecamere, servizi di osservazione e pedinamento, arresti e sequestri di sostanze stupefacente.

L'operazione  eseguita dagli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo PEF di Bari ha consentito di scoprire l’esistenza e l’operatività del sodalizio mafioso “clan Misceo” con sede operativa nella città di Noicattaro, da cui le attività illecite si estendevano ai paesi limitrofi (Gioia del Colle, Triggiano, Capurso, Bari, Fasano), e attuale sede decisionale all’interno del carcere di Napoli-Secondigliano dove il capoclan Giuseppe Misceo è detenuto.

L’attività di spaccio era strutturata attraverso veri e propri “punti vendita”, funzionanti “h24”, ubicati nel centro storico di Noicattaro, utilizzando per la consegna di sostanze stupefacenti - con relativo scambio di denaro - il classico “calo di cestini”; in alternativa “a chiamata”, soprattutto nelle ore notturne nei luoghi della movida barese, con recapito a domicilio. Largo uso viene fatto nelle conversazioni di un linguaggio allusivo, che convenzionalmente definiva la droga con termini quali “bob” per indicare la marijuana, “giubbotto della Versace o filo spinato” per indicare la cocaina, “limoni” per indicare l’hashish o “il Papa che arriva da Roma” per segnalare l’arrivo di un carico di droga di notevole valore, mentre il denaro veniva individuato con la parola “documenti”. Nel corso delle indagini sequestrati circa 5 kg di cocaina, 16 kg. di hashish, 21 kg. di marijuana, 1 pistola con caricatore e 22 proiettili,  individuati 5 depositi, cosiddette “cupe”, dove veniva stoccata e preparata la sostanza stupefacente destinata allo spaccio.