Putignano. Continua la campagna di sensibilizzazione per statali e provinciali del Sud-Est barese di Vivilastrada.it. Le testimonianze della famiglie delle vittime della strada, in prima linea per fare prevenzione
Putignano (Ba) - Più incidenti stradali ma meno morti sulle strade baresi secondo i dati del VI° Rapporto sulla Sicurezza Stradale dell'AREM, (Agenzia Regionale per la Mobilità). In Puglia nel primo semestre 2012 sono stati rilevati 5.919 incidenti stradali che hanno provocato 121 morti e 9.553 feriti. Meno decessi dell'anno precedente dunque. Tuttavia la provincia di Bari da sola detiene un terzo (circa il 37%) dei sinistri verificatisi sulle proprie strade.
Questo anche perché le strade della provincia barese sono le più trafficate e le più percorse da quasi tutti i tipi di utenti. E guarda caso, sovente, lo scenario è sempre lo stesso: Strada Statale 172, Statale 100, Statale 16 e alcune provinciali del territorio come la 237 (da Monopoli, passando per Putignano, Noci e fino a Mottola).
Ecco perché l’associazione per la cultura della sicurezza stradale, Vivi la Strada.it, ha lanciato, tra le altre numerose attività di prevenzione, una campagna di sensibilizzazione e attenzione verso le strade statali, SS 100, SS 16, SS 172, SP 237, e più in generale, le statali e provinciali del Sud-Est barese ad elevato carico di traffico veicolare e commerciale e, di conseguenza, considerate più a rischio per gli automobilisti. La campagna, partita il 10 febbraio, con affissione di manifesti, locandine e distribuzione a tappeto di cartoline con i simboli, proseguirà fino a fine mese. L’intento richiamare l'attenzione a una maggiore prudenza da parte degli utenti della strada, ma anche di delle strade deve prendersi cura. Così come nelle ultime settimane l’associazione Vivi la Strada .it, è stata impegnata in due nuove lezioni sull’educazione stradale, presso la scuola primaria Tauro di Castellana Grotte e il Liceo di Scienze Sociali L. Da Vinci di Noci
La pericolosità delle statali è nota, ma queste possono contare su di un miglioramento progressivo delle infrastrutture stradali e sono normalmente abbastanza ben segnalate. Anche se, per la Statale 172 dei Trulli, ci sono voluti più di 20 anni per vedere realizzati 5 nuovi rondò e ancora molto si potrebbe fare per migliorare il tratto Alberobello – Locorotondo – Martina Franca. Così come il tratto della statale 100 tra Sammichele e Gioia del Colle, teatro di numerosi incidenti mortali, attende ancora di vedere realizzato almeno lo spartitraffico.
Più problematica la situazione delle provinciali che, nella quasi totalità dei casi sono strade a doppio senso di circolazione senza spartitraffico centrale con guard-rail obsoleti molto pericolosi soprattutto per i motociclisti (alcuni di essi sono rimasti uccisi, addirittura decapitati, sbattendo contro quei paletti). Forse la più pericolosa del nostro ambito territoriale è la Castellana Grotte-Polignano a Mare dove manca qualsiasi tipo di delimitatore di carreggiata e sul ciglio della strada sono presenti i grossi tronchi degli alberi, fatali per alcuni incidenti in auto e moto.
Inoltre si verifica regolarmente una certa recrudescenza degli incidenti stradali durante il periodo estivo collegato all'affluenza di turisti diretti alle spiagge e ai locali notturni presenti sul litorale barese.
La istituzioni devono fare di più. Questo il messaggio delle famiglie delle vittime della strada
Prudenza e attenzione, questo l’appello accorato delle famiglie che hanno subito la tragica perdita di figlio, spesso giovanissimo o un parente in un assurdo incidente stradale. Sono loro che riescono a lanciare il messaggio più forte a toccante agli utenti della strada, che troppo spesso sembrano non ricordare quanto possa essere alto il prezzo da pagare per una banale distrazione o per il mancato rispetto delle regole.
“Il dolore si affronta, si vive. Inutile cercare di dimenticarlo, così come è altrettanto inutile gettare benzina sul fuoco nel vano tentativo di reclamare giustizia”. Così Don Andrea Simone, sacerdote putignanese che attualmente esercita a Fabriano nelle Marche, cugino di Nicola Simone, il caporal maggiore 27enne, granatiere dell’Esercito Italiano, che perse la vita a bordo della sua moto il 7 Maggio 2011 sulla S.P. 237 Putignano – Castellana Grotte, mentre era in licenza.
“Eravamo come fratelli, da ragazzi giocavamo insieme in campagna. La sua tragica e prematura scomparsa è stata un duro shock. Proprio lui che come militare era stato in Kosovo ad affrontare i pericoli della guerra. Era sopravvissuto alle mine antiuomo e ha perso la vita sulla strada, non tanto per l’impatto con l’altro veicolo, quanto perché ha sbattuto contro un palo stradale. Il vuoto lasciato da un figlio o un familiare è incolmabile e si sente di più proprio nei giorni festa, quando la famiglia si riunisce e ti accorgi che la festa non è più la stessa. La fede è fondamentale, aiuta a lenire il dolore e a credere ancora di più nel valore della vita e della solidarietà che ti permettono di dare e ricevere ancora di più agli altri>>. Don Andrea, ci ha anche raccontato che dopo la sua scomparsa scoprirono che Nicola, mentre si trovava in Kosovo, aveva che fatto del volontariato. Così nacque l’idea di sposare il progetto di una scuola in Uganda dove è stato realizzato un pozzo per l’estrazione dell’acqua che ora porta il suo nome.
Anche quando si tratta di una tragica fatalità come nel caso di Fabrizio Deleonardis, di Putignano che ha perso la vita a 25 anni in un incidente stradale il 10 giugno 2012 sulla SS 172 Putignano - Alberobello. “Ci sentiamo doppiamente vittime – ha dichiarato la mamma di Fabrizio, Marisa Deleonardis – non era nemmeno lui alla guida dell’auto; Fabrizio non aveva neanche la patente. Aveva la cintura allacciata, non era tardi e la sua fidanzata guidava l’auto a velocità moderata. Vorrei solo che le istituzioni facessero la loro parte per rendere le strade più sicure”. Eppure mamma Marisa con il marito Gianni stanno elaborando con grande forza e coraggio la perdita di Fabrizio, avvicinandosi ai giovani sperando che la loro esperienza possa essere per loro d’insegnamento e utile a salvare altre vite, partecipando alle campagne di prevenzione.
Anche la famiglia di Vittorio Nardelli, un altro giovanissimo automobilista 20enne di Putignano, che ha perso la vita la notte tra il 31 dicembre 2012 e il1 gennaio 2013, sulla statale 172 nel tratto Putignano – Alberobello. Il papà di Vittorio, schivo e riservato ha accettato di intervenire nel corso delle lezioni sulla sicurezza strada rivolte agli studenti tenute dall’ass. Vivi la Strada .it. Così Lo zio di Vittorio, Mario Nardelli con il chitarrista Pino Giangreco, hanno scritto e composto due canzoni (Vivi la Strada e Soffierà il vento) dando a loro la libertà di diffondere questi brani con la dedica per le vittime della strada.
Foto Archivio Vivi la Strada .it
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