Lettera shock del governatore pugliese che a nome della Puglia, unica in Italia, attacca il “genocidio”
Bari - Stop ai rapporti istituzionali fra regione Puglia e governo Netanyahu. Il diktat porta la firma del governatore Emiliano che rompe gli indugi e alza la voce contro la guerra di Gaza.
Si tratta della prima e finora unica regione italiana che assume una postura decisa contro la mattanza. Non a caso nella lettera a firma del presidente regionale si parla di “genocidio”. Emiliano ha chiesto a tutto il personale dirigente regionale, ai vertici di enti, società partecipate ed agenzie di interrompere i rapporti con i rappresentanti del governo israeliano.
A meno che, si legge nella nota, non si dimostri che gli interlocutori si stiano attivando con iniziative umanitarie o di altro genere per fermare il massacro.
Una linea istituzionale apertamente critica verso l’esecutivo di Benjamin Netanyahu. Ad innescare la miccia, invece, la mozione approvata dal Consiglio regionale pugliese qualche giorno fa con la quale è stato invocato lo stop a qualunque collaborazione commerciale con Israele.
Poco dopo, anche il Consiglio comunale di Bari ha preso posizione, votando un ordine del giorno che chiede l’esclusione di Tel Aviv dalle future edizioni della Fiera del Levante, uno degli eventi economici più rilevanti del Sud Italia. Iniziative forti che hanno già iniziato a far discutere anche fuori dai confini regionali. Emiliano ha precisato che “si tratta di una posizione nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano”. Una distinzione importante, ma che non smorza l’eco di una presa di posizione tanto radicale quanto rara nel panorama istituzionale italiano.
Basta leggere i passaggi della nota, valutata, dicono dalla presidenza regionale, pesando parola per parola.
“A causa del genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del Governo Netanyahu, da oggi vi invito ad interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto Governo e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di Gaza. L’amarezza per l’irresponsabilità e il cinismo con i quali Netanyahu procede in un attacco crudele contro l’intera popolazione palestinese, esponendo peraltro i suoi connazionali e gli ebrei del mondo ad un enorme pericolo, ci obbliga a condannare, senza alcuna attenuante, l’orribile strage di civili a Gaza, cinicamente eseguita con mezzi militari sproporzionati e violando tutti i diritti umani di una inerme popolazione che aspira alla libertà ed alla nascita di un proprio Stato. Anche la larga e diffusa volontà di non ledere la lotta strenua contro l’antisemitismo, non giustifica il silenzio del mondo sull’uccisione indiscriminata e sul blocco di viveri ed acqua in atto a Gaza, destinata soltanto a fomentare odio e terrorismo nelle generazioni future. Questa è una posizione che viene assunta nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi gli israeliani e gli ebrei di tutto il mondo che stanno condannando il governo Netanyahu”.
“La necessaria lotta ad Hamas e la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani possono essere perseguite solo secondo le regole internazionali e non possono giustificare lo sterminio sistematico della popolazione palestinese”.
Una posizione condivisa in piena dalla Cgil pugliese. Mentre il console israeliano in Puglia, Luigi Desantis, resta in silenzio in attesa delle indicazioni dell’ambasciata di Roma. Il tutto nell’ambito di una solidità storica di rapporti economici fra Puglia e Israele. Nell’ultimo decennio gli scambi commerciali hanno superato i 60 milioni di euro annui con diverse collaborazioni avviate nel campo della sanità, dell’acqua, dell’intelligenza artificiale e dei droni. In concreto, però, la regione Puglia non ha al momento protocolli istituzionali attivi con Israele.