Il ministro dell’Istruzione propone l’introduzione del consenso informato delle famiglie. Abbaticchio: «Indietro di 60 anni, servono interventi seri e concreti»

Ludovico AbbaticchioBari - La recente proposta del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che subordina l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole al consenso informato delle famiglie, ha riacceso il dibattito sull'autonomia educativa dei genitori e il ruolo della scuola nel trattare temi legati alla sfera affettiva e sessuale dei minori.


Secondo il Comitato “Pro-Life Insieme”, che sostiene la proposta del ministro, il provvedimento rappresenta un importante passo nella direzione del rispetto dei diritti educativi delle famiglie. Ma non tutti la pensano alla stessa maniera.

"Francamente mi vene da ridere, perché Valditara è indietro di 60 anni, caro ministro. Anche perché nel frattempo la pornografia serpeggia online e non solo, e l'educazione alla sessualità sono anni che viene portata nelle scuole». Lo ha dichiarato all'agenzia giornalistica Ansa il garante regionale pugliese dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, Ludovico Abbaticchio.

«È quanto mai opportuno - sostiene - agire seriamente e concretamente, soprattutto in considerazione del fatto che in questo Paese l'educazione alla sessualità non esiste, è parziale e frammentata, esiste invece da sessant'anni l'educazione alla genitalità attraverso la pornografia». «Non possiamo più continuare ancora a martellarci il cervello con questa falsa morale, è necessario invece - prosegue - ragionare in termini seri, concreti e intervenire normativamente per l'educazione alla salute nelle scuole, per l'educazione alla sessualità».

«I nostri ragazzi ei genitori di questi ragazzi già 30 anni fa avevano avuto solo educazione pornografica, come - concludono - ancora esiste purtroppo».