La donna di Monopoli, sopravvissuta all’aggressione dell’ex marito, interviene sui social contro le motivazioni della sentenza che escludono la crudeltà nel delitto Giulia Cecchettin.

dory colavittoMonopoli - Filippo Turetta, i giudici sulle motivazioni della sentenza: «Le 75 coltellate a Giulia non sono sinonimo di crudeltà, ma di inabilità».

"Io mi chiedo soltanto: ma con quale coraggio viene detta una cosa del genere? Esiste un corso per diventare abili con un coltello? Da che numero si può definire crudeltà?". E' lo sfogo, rabbioso, su Facebook, di Dory Colavitto, vittima a Monopoli il 2 novembre 2023 della violenza del suo ex marito, Giuseppe Lambriola e scampata alla morte solo per il tempestivo intervento di sua madre, che aveva visto tutto dal balcone.

L'uomo, poi, è stato arrestato, mentre lei ha trascorso un lungo periodo di degenza in ospedale. Le motivazioni della condanna a Filippo Turetta che escludono la crudeltà l'hanno spinta a scrivere sul social la sua indignazione. Centinaia le reazioni e i commenti a sostegno.

"Ve lo dico io - si legge ancora - Una... basta solo Una coltellata. Ed io che ho subito in prima persona e visto negli occhi chi le infliggeva, avendo la fortuna di essere ancora qui , la crudeltà inizia da quando brandisci quel coltello. Quindi, voi che avete presunto una cosa del genere è perché non avete visto i suoi occhi, mentre la colpiva ripetutamente togliendole la vita , e con questa motivazione, uccidendola una seconda volta".