Quindici gli indagati che dovranno comparire il 15 maggio davanti al giudice per l’udienza predibattimentale
Putignano Ba - Infermiere da una vita, assunto dalla Asl Bari nel 1980, si è iscritto all’Ordine degli infermieri nel 2022 oramai sulla soglia della pensione. Una iscrizione all’Ordine fatta decenni dopo l’assunzione che integra l’ipotesi di esercizio abusivo della professione di infermiere.
Ne è convinta la Procura di Bari, che ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 sanitari, tutte in servizio negli ospedali di Bari e della provincia. Tra questi anche il 63enne putignanese Saverio Campanella, attuale presidente del consiglio comunale (Pd) di Putignano.
Gli indagati dovranno comparire il 15 maggio davanti al giudice Domenico Mascolo per l’udienza predibattimentale. Le spiegazioni fornite negli interrogatori ai quali alcuni dei 15 si sono sottoposti lo scorso anno, dopo la notifica della conclusione delle indagini, non sono state dunque sufficienti a convincere il sostituto procuratore Marcello Quercia, titolare dell’inchiesta.
Nella lista dei 15 “ritardatari” ci sono infermieri e infermiere di Turi, Locorotondo, Alberobello, Ruvo, Sannicandro, Conversano, Triggiano e Putignano che negli anni non sono riusciti a stare al passo con la burocrazia e le norme che cambiavano.
Il putignanese Saverio Campanella (difeso dall’avvocato Francesco Piscazzi di Bari), secondo l’accusa, pur risultando assunto in ospedale nel mese di ottobre del 1980, si è iscritto all’albo a febbraio 2022.
Un “peccato” formale. Nella sostanza i lavoratori, pur avendo ritardato l’atto di iscrizione divenuto obbligatorio per legge, sono degli infermieri fatti e formati.Un’altra inchiesta simile, relativa in generale alle professioni sanitarie, era stata infatti archiviata nel momento in cui i circa 70 indagati avevano dimostrato che il loro inadempimento era «solo formale», nel senso che l’iscrizione era stata chiesta ma è stato necessario tempo per perfezionarla.
Il caso dei 15 infermieri sembrerebbe essere diverso. Una parte non si sarebbe mai iscritta all’Ordine, mentre la restante avrebbe ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione infermieristica solo tra febbraio e maggio 2022.
Secondo gli inquirenti i ritardatari avrebbero deciso di mettersi in regola dopo l’avvio degli accertamenti da parte dei militari delegati dal ministero della Salute. La questione è giuridicamente complessa perché l’obbligo di iscrizione all’Ordine esiste nei fatti soltanto dal 2006, quando sono stati definiti anche i requisiti minimi compresi il titolo di studio.
Oggi negli ospedali sono ancora in servizio persone assunte negli anni ‘80 e ‘90, quando la disciplina era molto diversa e bastava il diploma: la legge ha previsto dei percorsi di sanatoria che però non tutti hanno potuto o voluto seguire. Il problema riguarda tutta l’Italia. Gli accertamenti effettuati dai Nas a livello nazionale hanno incrociato gli elenchi dei dipendenti delle strutture pubbliche con quelli degli iscritti all’Ordine delle professioni infermieristiche.
Ne è emersa appunto una discrepanza che nel 2022 ha dato avvio al procedimento penale, che riguarda appunto persone di età lavorativa ormai avanzata: il più giovane degli indagati ha 61 anni, il più anziano ne ha 69. E dunque, ad esempio, c’è anche un 63enne di Putignano assunto a ottobre 1980 e iscritto a febbraio 2022. Diversi indagati per togliersi definitivamente dagli impicci hanno preferito andare in pensione.
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