Aggressioni non solo in agro di Putignano ma anche nella bassa Murgia. La Cia Puglia chiede un piano per le aziende danneggiate

Lupi foto dal webPutignano Ba - Nuovo caso di pecore sbranate da lupi nell’agro di Putignano. I casi di questo tipo diventano sempre più frequenti. Negli ultimi mesi ne sono stati segnalati diversi con avvistamenti anche nei pressi del centro abitato di Noci, dove si sono verificate diverse aggressioni agli allevamenti ovini e caprini da parte di lupi. 

A finire nelle fauci di questi predatori non ci sono solo le pecore, ma spesso anche animali più grandi come mucche e addirittura i cavalli. L’ultimo episodio di Putignano ha creato danni ingenti, poiché le pecore uccise erano gravide ed è come se gli allevatori fossero stati danneggiati due volte: la prima quando perdono il loro patrimonio zootecnico; la seconda nel momento in cui devono sobbarcarsi anche i costi, molto elevati, per lo smaltimento delle carcasse degli animali sbranati.

La presenza del lupo nel Sud-Est barese è accertata da almeno qualche anno e a più riprese enti pubblici e associazioni di categoria si sono incontrate per capire come arginare il fenomeno senza però danneggiare l’ecosistema ambientale. Quello zootecnico pugliese, com’è noto, è un settore che sta già affrontando grandi difficoltà e sulla questione è intervenuto con una nota stampa il presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani Raffaele Carrabba:  I problemi causati dalla fauna selvatica vanno affrontati subito, a partire dal disegno di legge all’esame della quarta Commissione Consiliare della Regione Puglia.

Per CIA Puglia, innanzitutto bisogna stabilire regole e tempi certi per i risarcimenti agli allevatori. Ad oggi un fondo regionale destinato a questo tipo di risarcimenti esiste già, ma non è sufficiente a coprire con indennizzi spesso tardivi e insufficienti, la reale entità dei danni patiti dagli allevatori.

Va tra l’altro ricordato che il lupo, in quanto specie protetta, non va cacciato e, come auspica la Forestale di Noci, andrebbe prima di tutto eseguito un censimento di questi predatori per capire quanti sono e che livello di pericolo realmente esiste ma, anche gli allevatori, preso atto della presenza di questa nuova minaccia, dovrebbero a loro volta quanto meno attrezzarsi per proteggere meglio il loro bestiame.

A Putignano, ad aprile scorso, si è svolta una tavola rotonda tra Asl e associazioni di categoria che però ha lasciato fuori i Carabinieri Forestali impegnati in prima linea sul fronte di tutela della fauna murgiana. A Martina Franca invece un progetto promosso da Legambiente vede il monitoraggio dell’animale attraverso l’apposizione di fototrappole.

 
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