Eseguiti da Guardia di Finanza di Bari, Interpol e Forze di Polizia tedesche, nove provvedimenti di custodia cautelare tra italia, germania, albania e inghilterra

GdF_auto_3Bari - All'alba di stamani, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari, in collaborazione con Interpol e Forze di Polizia tedesche, albanesi e inglesi hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti ad un’organizzazione criminale, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Tale organizzazione operava tra la Germania, l’Albania e l’Italia, con ramificazioni in diverse città italiane, tra le quali Bari, Molfetta (BA), Trento, Rimini e La Spezia, in grado di movimentare notevoli quantitativi di narcotico del tipo cocaina.

 

Al vertice dell’organizzazione, il cittadino albanese H. S. (di anni 48), collaborato in Italia ed in Germania, rispettivamente, dai suoi luogotenenti HILA ANDREA (residente in Molfetta (BA)) e MRINAJ LUIGJ. Le operazioni illecite venivano pianificate nei minimi particolari, nel corso di veri e propri summit che si tenevano in Albania. Stabiliti i dettagli “operativi” delle illecite transazioni, H. S. raggiungeva l’Italia dove, coadiuvato strettamente da HILA ANDREA, incontrava gli altri accoliti, tra cui METVELAJ AGRON referente per Molfetta (BA), MURGOLO AGOSTINO referente per Bitonto (BA), S. A., referente per la piazza di Rimini, LACI SHKELZEN referente per Trento e provincia, FRROKU ALTIN e K. N.(di anni 36) referenti per La Spezia, quest’ultimi veri e propri “grossisti” dello stupefacente per il nord Italia.

Le investigazioni svolte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari hanno rilevato che HILA ANDREA, oltre a fare le veci del “capo”, da Molfetta, dove risiede attualmente, si occupava anche della vendita di consistenti quantitativi di droga in Puglia e nelle altre regioni non “coperte”, direttamente, da altri referenti dell’organizzazione. Nella citata città del nord barese operava anche METVELAJ AGRON, titolare di un bar situato nel porto (che da oltre un anno ha cambiato gestione), altra base logistica dell’organizzazione, il quale tramite false certificazioni di lavoro aveva consentito ad H. S. di ottenere il permesso di soggiorno. In questo modo il capo dell’organizzazione poteva prendere parte agli incontri dei sodali, controllando in loco l’attuazione delle strategie criminali già pianificate in Albania. Dall’Italia, H. S. poi raggiungeva MRINAJ LUIGJ in Germania, per trattare di persona l’acquisto della sostanza stupefacente e il trasporto in Italia a mezzo di fidati corrieri. Una volta introdotta in Italia e ceduta la droga agli altri sodali, incassato il bottino frutto dell’attività illecita, H. S. ripartiva per raggiungere l’Albania.

 

Tutti i sodali erano soliti utilizzare schede telefoniche “dedicate”, limitare le conversazioni telefoniche improntandole alla massima ermeticità e cripticità, riservandosi di comunicare i dettagli inerenti la pianificazione delle transazioni nell’ambito degli incontri effettutati in Albania. Elevato il numero di termini convenzionali utilizzati per indicare lo stupefacente che, a secondo delle contingenze, diveniva “il motore”, “la macchina”, il “furgone”, il “camion”, così come radicata l’abitudine di appellare gli altri sodali sempre tramite nomignoli e appellativi, senza mai fare menzione al vero nome di battesimo. Parimenti, un linguaggio sibillino e criptico veniva utilizzato per indicare i luoghi di appuntamento. 

 

In alcune circostanze, inoltre, è stata riscontrata l’esportazione di cocaina dall’Italia verso l’Albania, in controtendenza con quello che è il normale flusso del narcotico.

 

Particolarmente utile alle indagini eseguite dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Bari, è stata la collaborazione con l’Albania, sia in fase di rogatoria internazionale che durante l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere rese possibili all’estero grazie alla collaborazione assicurata dal Comando Generale della Guardia di Finanza - II Reparto, Ministero dell’Interno – Servizio Interpol e dalla D.C.S.A.. Infatti, grazie agli accordi bilaterali siglati recentemente, è stata estesa la validità dei mandati di arresto europeo anche alla repubblica di Albania, formalmente al di fuori dell’area Shengen, consentendo l’esecuzione dei provvedimenti in maniera contestuale.

 

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati, complessivamente, oltre 5 kg. di cocaina (per un valore sul mercato al dettaglio pari a circa 450.000 euro) e tratti in arresto in flagranza di reato n. 4 responsabili.

 
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