AGGIORNAMENTO DELLE ORE 19,30
L'autore dell'attentato 
si chiama Giuseppe Tria, imprenditore 66enne putignanese titolare di una ditta di carpenteria, ora agli arresti domiciliari (fonte corriere.it)
Putignano (Ba) - Ha agito per disperazione l’imprenditore putignanese che ha tentato di far esplodere un ordigno sul pianerottolo di casa di un altro imprenditore edile di Bari che non gli aveva pagato il lavoro eseguito.
Non gli era stata pagata una parcella di 55mila euro per lavori di carpenteria fatti a Noicattaro e per giunta era stato trascinato in Tribunale perché gli si addebitava che il lavoro, la realizzazione del solaio di quell’edificio pubblico, non era stato fatto bene.
Tutto questo proprio mentre l'imprenditore putignanese versava in un momento di grave difficoltà economica.
Sarebbero questi i motivi che avrebbero indotto il folle gesto distruttivo che poteva finire in tragedia, compiuto da un imprenditore putignanese, G.T. di 66 anni.
L’uomo ha confezionato un ordigno esplosivo rudimentale, e nella notte tra il 16 e il 17 maggio, lo ha sistemato sul pianerottolo dell’abitazione di un noto imprenditore barese, all’ottavo piano di una palazzina in corso Mazzini a Bari, che gli aveva commissionato quel lavoro mai retribuito.
La bomba, creata con due taniche di benzina aveva una miccia di 47 metri che si è spenta, perché troppo lunga, prima che la fiamma raggiungesse l’ordigno. Se le taniche fossero esplose, chi si trovava all’interno dell’abitazione non avrebbe avuto scampo con effetti imprevedibili anche per le altre parti dell’edificio.
L’attentatore è stato subito rintracciato dagli uomini della Squadra Mobile di Bari grazie alle immagini registrate da una telecamera di sorveglianza di un esercizio commerciale.
La notizia è stata data solo dopo la pronuncia del GIP, il quale alla luce dei fatti emersi, ha derubricato in tentata violenza privata e detenzione di armi da guerra le accuse che all’’arresto erano di strage, fabbricazione e detenzione di ordigni esplosivi.
