Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera firmata da un'intera famiglia putignanese, afferente riflessioni su problemi inerenti il Cimitero di Putignano, a seguito di recente esperienza vissuta in occasione della dipartita di un loro congiunto.Cimitero_Putignano

<Egregio Direttore,
approfittiamo delle colonne della sua testata per parlare di una vicenda che ci ha scosso non poco e che, siamo certi, accomuna molte altre persone che hanno vissuto il nostro stesso dolore.


Qualche settimana fa è venuta a mancare nostra madre e abbiamo vissuto alcune situazioni spiacevoli nel cimitero locale. Situazioni, precisiamo, che non dovrebbero accadere in momenti di dolore e che riteniamo opportuno mettere in evidenza. Il nostro intento è di dare spunti di riflessione ai nostri amministratori e all’azienda che gestisce i servizi cimiteriali. La mattina del 25 Marzo, il giorno dopo il funerale, eravamo al cimitero per dare l’ultimo saluto a nostra madre prima che fosse riposta nel loculo che mio padre, vent’anni fa, aveva acquistato con tanti sacrifici. Dopo aver trasportato sulle spalle la nostra genitrice, per onorarla fino alla fine, ci hanno chiesto di riporre la bara su un carrello poiché era compito dell’addetti dell’azienda che gestisce il cimitero portarla fino al secondo piano della scala “T” dove era situato il loculo.

Per compiere questa operazione c’erano solamente due addetti coadiuvati, fortunatamente, da un marmista e da un altro volontario. Dopo aver superato la prima rampa di scale, uno degli addetti stremato dalla fatica non è più riuscito a reggere il peso della bara causandone la caduta sul muretto laterale. Immaginate il nostro stato d’animo nel vedere persone inesperte compiere un lavoro per il quale certamente non avevano alcuna competenza. Tra l’altro, a causa dell’ascensore rotto, abbiamo dovuto trasportare nostro padre, bloccato su una sedia a rotelle, al secondo piano attraverso tre rampe di scale. In quei momenti la rabbia si è aggiunta al dolore, crediamo fermamente che tutto quello che è accaduto ha leso il rispetto verso la nostra cara defunta.

Le persone che ci hanno assistito nel trasporto della bara, è evidente, non avevano né le competenze né i mezzi idonei per compiere quel tipo di operazione e sicuramente erano sottonumero. Se l’ascensore del cimitero fosse stato funzionante, visto che è chiuso per riparazione da oltre trent’anni, tutto questo non sarebbe accaduto. Inoltre ci sorge un sospetto: se avessimo chiesto all’azienda che gestisce il cimitero di organizzare il funerale di nostra madre, ci sarebbe stata tutta questa superficialità?

Vorremmo sottoporre all’attenzione dei lettori anche un’altra questione: visto che nostro padre ha problemi nel muoversi autonomamente, è possibile che per portare un fiore a sua moglie abbia bisogno di chiedere assistenza, dato che è impossibile per un disabile accedere ai loculi?

Riteniamo lesi i nostri diritti e i diritti di tutti coloro che hanno una persona cara nel cimitero locale. Pretendiamo il rispetto per chi ci ha voluto bene in vita, ha pagato le tasse a questo comune e ha anche partecipato attivamente alla sua crescita. Agli amministratori chiediamo un impegno maggiore per eliminare questi disservizi che rendono ancora più doloroso un evento spiacevole qual è la perdita di un proprio caro.

Una richiesta che è quasi una preghiera affinché nessuno viva più quello che noi abbiamo subìto nel vedere nostro padre soffrire più del dovuto e nostra madre privata del giusto rispetto nel momento della morte.

Sperando che queste righe sappiano aprire i cuori dei nostri amministratori e di chi gestisce il cimitero, vi preghiamo per una maggiore attenzione nei confronti dei nostri cari defunti d’oggi in poi>.
(lettera firmata da una famiglia putignanese)
Putignano, 30 marzo 2011

 
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