Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta dei familiari di caduti putignanesi della seconda guerra mondiale, amareggiati per la mancata celebrazione da parte del Comune di Putignano, della Festa della Liberazione del 25 aprile

PCaduti_Seconda_Guerra_Mondiale__-_Putignanoutignano, 9 Maggio2016 - All'Il.mo Sig. Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale, Al Consiglieri del Comune di Putignano.

OGGETTO: mancata celebrazione della Festa della Liberazione.




Con sommo dispiacere, ho preso atto che quest'anno non si è ritenuto opportuno svolgere alcuna manifestazione commemorativa della Festa nazionale della Repubblica Italiana del 25 Aprile.

In qualità di familiare più prossimo dei sigg. SPORTELLI FRANCESCO e SPORTELLI ANTONANGELO, caduti della seconda guerra mondiale, i cui nomi sono incisi nella targa posta ai piedi del Monumento al Milite Ignoto, posizionato all'ingresso della via Roma del nostro Paese, non posso che esprimere tutto il mio dolore e rammarico per quanto accaduto.

Ho 80 anni, e per la mia generazione ricordare la data del 25 Aprile 1945 è importante perché è il simbolo della vittoriosa lotta di resistenza attuata dalle forze partigiane e da tanti cittadini contro il potere fascista della Repubblica di Salò e l'occupazione nazista.

Il sacrificio dei miei familiari, e di tanti altri giovani putignanesi, sono una ragione valida perché non ci si dimentichi della loro morte e del sacrificio che essi fecero per liberare l'Italia dalla guerra e far posto alla Pace. Senza quei sacrificio non ci sarebbe stata la Liberazione dell'Italia e con essa la nascita della Repubblicane! successivo Referendum dei 2 Giugno 1946.

Noi familiari di quei morti riteniamo che queste celebrazioni siano importanti perché mantengono vivo il ricordo di quanto accaduto in guerra, ma soprattutto perché  insegnano alle nuove generazioni il valore della pace e come agire per difenderla.

Gradirei ricevere risposta a questa mia lettera, con l'augurio che si sia trattato di una svista e non della convinzione di voi tutti che le celebrazioni siano cose inutili e che la memoria del passato non serva ad influenzare i comportamenti di noi e, in particolare, delle nuove generazioni.

(Vito Sportelli)

 
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